"Bisogna ragionare su come attrarre investitori e capitali privati anche nel settore delle infrastrutture perché nei prossimi 15 anni avremo di fronte la sfida di ammodernare le nostre strade e ferrovie con centinaia di miliardi di euro". Luigi Ferraris, AD del Gruppo FS Italiane, ha tracciato una panoramica dello sviluppo della mobilità del Paese al 52° Convegno Nazionale Giovani di Confindustria durante il panel Strategie per l’Italia in movimento moderato dal giornalista David Parenzo a Rapallo.

 

L'apertura di un ragionamento sui capitali privati va di pari passo "con soluzioni che consentano allo Stato di mantenere sempre il controllo delle aziende coinvolte", ha continuato lo stesso Ferraris che è arrivato a questa proposta dopo aver analizzato, insieme agli altri interlocutori, Fabio Lazzerini, AD ITA Airways e Roberto Tomasi, AD Autostrade per l’Italia, come le infrastrutture italiane siano state pensate e realizzate per gestire i flussi di traffico di oltre 50 anni fa e "che quindi meritano un forte ammodernamento."

Ferraris al convegno di Rapallo

L'AD del Gruppo FS è inoltre entrato nel dettaglio degli investimenti attuali con 4mila cantieri attivi per un valore complessivo di 50 miliardi che vedono coinvolte 500 imprese. Questo anche a conferma che ormai "la sindrome Nimby è stata sostituita dalle richieste dei territori di avere nuove infrastrutture". Su questo argomento il Piano industriale del Gruppo FS prevede nei prossimi dieci anni opere per 125 miliardi di euro sul lato ferroviario e 50 miliardi per i 30mila km di strade gestite da Anas. "Il PNRR - ha continuato Ferraris - dà un necessario boost dal punto di vista finanziario e sul metodo di fare investimenti, ma poi dobbiamo proseguire perché non possiamo correre il rischio della deindustrializzazione del Paese".


L'aumento della circolazione di mezzi non riguarderà solo il trasporto dei passeggeri, ma anzi "sul trasporto merci, dove la maggior parte circola su strade e autostrade - secondo Luigi Ferraris - avremo un inevitabile aumento del traffico con 700mila nuovi mezzi pesanti sulle strade europee. Se a questi numeri associamo che in Europa 1,5 milioni di patentati andrà in pensione nei prossimi tre/quattro anni e ogni anno ne patentiamo 125mila, dobbiamo evidentemente spingere sulle infrastrutture per una maggiore sostenibilità del sistema e anche per evitare di congestionare le strade."