“Dal 1° luglio 1905 lo Stato assume l'esercizio: a) delle ferrovie di proprietà dello Stato comprese nelle attuali reti Mediterranea, Adriatica e Sicula [...]". Sono queste le parole dell’articolo 1 del decreto-legge numero 137 del 1905, noto come decreto Fortis, approvato dal Senato e dalla Camera dei deputati il 22 aprile 1905. Una decisione storica che dava avvio al processo di nazionalizzazione delle ferrovie italiane, sino ad allora gestito territorialmente dai privati su concessione.

 

Nei fatti questo decreto, entrato in vigore proprio il 1° luglio dello stesso anno, segna il primo passo nella creazione delle Ferrovie dello Stato. In un podcast di FSNews raccontiamo, grazie alla collaborazione della Fondazione FS,  il clima politico del tempo, le posizioni in campo e i primi passi della neonata società alla cui guida fu nominato da Giovanni Giolitti l'ingegnere piemontese Riccardo Bianchi.

Nato a Casale Monferrato il 20 agosto del 1854, Bianchi, durante la sua direzione, accentrò gran parte dei poteri nelle proprie mani e il suo impegno convinse il governo a lanciare nel marzo del 1906 un grande piano di investimenti per svecchiare i treni e  comprare nuove locomotive, nei cui vagoni si iniziò a prestare attenzione per la prima volta al comfort di viaggio. Con Bianchi, inoltre, si formalizzano le principali regole della pratica ferroviaria. Nascevano, insomma, le fondamenta su cui si sarebbe sviluppata la storia di Ferrovie dello Stato. Una storia lunga 119 anni che arriva fino ai giorni d’oggi con l’impegno del Gruppo FS per un nuovo concetto di mobilità del Paese.