“Negli ultimi tre anni Ferrovie dello Stato ha investito 40 miliardi di euro, parte di un piano di investimenti da 200 miliardi in dieci anni”. Sono i numeri ricordati dall’AD Luigi Ferraris in un’intervista all’emittente televisiva Class. Cifre che sintetizzano l’impegno di Ferrovie dello Stato per l’ammodernamento infrastrutturale del Paese, anche grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che ha affidato alle società di FS circa 24 miliardi di euro. "Nelle sole infrastrutture Ferrovie ha bandito 1.188 gare muovendo un controvalore di 53 miliardi di euro dal 2021", ha aggiunto il ceo Ferraris tratteggiando un bilancio del triennio che lo ha visto alla guida del Gruppo. "Sono arrivato a valle della pandemia caratterizzato dal fermo macchine e all'inizio di un triennio che aveva davanti gli obiettivi già inseriti nel quadro del Pnrr ma ancora non realizzati. Dunque, siamo partiti sostanzialmente da zero e man mano siamo riusciti a mettere a terra a fine 2023 otto miliardi di euro di investimenti sui 24 assegnati e che andranno realizzati entro metà del 2026. Possiamo dirci soddisfatti perché siamo in linea con i programmi previsti dopo l'ultima rimodulazione del piano”.
Pnrr, ma non solo, visto che negli ultimi tre anni è stato di quaranta miliardi di euro l’ammontare degli investimenti complessivi di Ferrovie dello Stato, di cui 16 miliardi solo lo scorso anno. “Si tratta di un vero e proprio risultato record quello del 2023”, ha sottolineato Ferraris che poi nell’intervista a Class si è soffermato sulle sfide del futuro, tra cui spicca anche il rilancio del trasporto merci su ferro. In questo contesto, come evidenziato dall’AD di FS, l’Italia può essere l’hub logistico del Mediterraneo, anche alla luce della crisi del Mar Rosso che sta portando "le grandi compagnie di trasporto container a scegliere delle vie di navigazione diverse dal canale di Suez, allungando i tempi. Per questo vediamo oggi un calo dell'ordine di circa il 10%. Speriamo sia un calo non strutturale. In questo scenario ritengo che gli interventi che sono stati posti in essere dall’Italia e dalla Ue per proteggere le navi nel Mar Rosso siano fondamentali. Dobbiamo difendere quella che è un'area di scambio e di flusso strategica per l'Europa e per il Mediterraneo stesso. Se, invece, dovesse diventare strutturale, chiaramente ci sarebbero degli effetti duraturi che vanno riconsiderati anche in un'ottica di ridisegno dei flussi delle merci a favore dei porti del Nord Europa".
Infine, da Ferraris uno sguardo anche all’internazionalizzazione del Gruppo FS che vede sempre di più nell’Europa un mercato domestico. Nel vecchio continente, infatti, avanza sempre più il progetto di creare “una rete di alta velocità capace di collegare le principali capitali in tre, quattro ore. Si parla di investimenti europei per cinquecento miliardi di euro solo sull'alta velocità in Europa. Quindi è chiaro che, come Paese, dobbiamo essere pronti a cogliere queste opportunità".
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