Le prospettive del trasporto ferroviario merci a 20 anni dalla sua liberalizzazione. Se ne è parlato in un webinar organizzato oggi, martedì 22 giugno, dal Forum FerCargo aperto agli operatori della logistica e a interlocutori del settore, a cui ha partecipato anche il Gruppo FS con l’Amministratrice Delegata di RFI Vera Fiorani. Molti gli spunti di discussione con sullo sfondo il periodo segnato dalla pandemia. Durante il confronto - ricordando anche l’Anno Europeo delle Ferrovie - si è cercato di fare il punto sui risultati sin qui raggiunti e sulle prossime sfide inevitabilmente legate anche alla particolare congiuntura economica e alla capacità di reazione dell’intero sistema.
Il 2001, anno della liberalizzazione, è stato anche l’anno della nascita di RFI, il gestore dell’infrastruttura ferroviaria nazionale nato come società autonoma con la riorganizzazione del Gruppo. I vent’anni trascorsi hanno visto il progressivo adeguamento dell’infrastruttura alle esigenze di mercato, che per RFI viene misurato in termini di produzione di treni/km in circolazione sulla rete e che ha subìto un forte rallentamento in coincidenza della crisi economica del 2008. Il mercato ferroviario delle merci, che per sua natura procede di pari passo con la crescita economia e produttiva, ha dunque registrato una forte contrazione fino a manifestare, a partire dal 2010 e fino al 2020, un lieve recupero. Proprio a seguito del processo di liberalizzazione questo mercato è stato protagonista di una considerevole vivacità al suo interno, con un numero di operatori ferroviari notevolmente cresciuto in 10-15 anni, stimolando una competizione interna non di poco conto ma con uno sviluppo generale di mercato piuttosto contenuto.
“Stiamo lavorando insieme alle imprese ferroviarie su una previsione del periodo regolatorio prossimo con inizio nel 2022 e termine del 2026, dove invece sembrerebbe che le previsioni siano migliori rispetto a questi ultimi 20 anni”, ha evidenziato l’AD Vera Fiorani. “Significativa appare la dimensione delle imprese ferroviarie che si muovono sulle tratte dei confini italiani, quindi dei valichi”. Sono state ricordate 6 imprese che si muovono verso la Svizzera, 13 verso l’Austria e 2 in Francia, in una dimensione internazionale che ha mostrato una certa rilevanza del trasporto merci anche per il traffico nei corridoi nazionali del Centro-Nord.
L’AD di Rete Ferroviaria Italiana ha posto l’accento su come le caratteristiche in termini prestazionali dell’infrastruttura, accompagnate da parametri bene definiti, necessitino di coerenza con l’approccio europeo al traffico delle merci. “Con gli investimenti al 2024, su cui il PNRR ha dato uno spazio ulteriore, andiamo a realizzare sul 38% della nostra rete gli adeguamenti delle nostre linee agli standard europei. Abbiamo in programma - ha proseguito - numerosi interventi per i collegamenti con i porti e i terminali dell’ultimo miglio, a cominciare dall’area genovese, ma anche quella napoletana, a Taranto, a Civitavecchia. La nostra infrastruttura si è dimostrata negli anni adeguata e credo che saremo puntali al 2030 nel creare le condizioni per un maggior sviluppo in ambito europeo, necessario per consentire un traffico merci senza limitazioni di prestazioni”.
Spesi oltre 12 miliardi dei 25 previsti dal PNRR
12 marzo 2025