Foto di apertura © julia_arda/Adobestock
In questo momento difficile lo smarrimento rischia di non farci comprendere appieno le cause profonde della pandemia da Covid-19. Cause che stanno nella distruzione del mondo naturale, in pratica nelle nostre stesse attività produttive spinte all’eccesso.
La deforestazione per fare spazio ad allevamenti intensivi o alle periferie urbane costringe i naturali portatori di virus a migrare proprio verso le città e gli allevamenti, trovando ospiti-serbatoio e portando al salto di specie (spillover).
È il caso già documentato di Nipah in Malesia, nel 1998, e potrebbe essere quello attuale: dai pipistrelli ai pangolini cinesi fino ai sapiens. I wetmarket asiatici, l’eliminazione dei predatori naturali e il traffico illegale di specie scatenano quanto la distruzione ambientale ha preparato, rompendo l’equilibrio naturale all’interno del quale i microrganismi restano, invece, sotto controllo.
L’inquinamento atmosferico, poi, attraverso le polveri sottili, veicola meglio infezioni polmonari e virus, e la Pianura Padana è la regione più inquinata d’Europa. Anche un tempo si scatenavano le epidemie, ma i sapiens erano molti meno e non c’erano le condizioni igieniche di oggi. Fermare la distruzione della natura è il nostro principale vaccino contro i virus, non dimentichiamolo domani.
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