È partita oggi, 18 ottobre, la due giorni di convegni al Palazzo dei Giureconsulti di Milano promossi da e_mob 2021, il festival della mobilità elettrica che torna di nuovo in presenza, dopo la IV edizione completamente digitale dello scorso anno, con un’area espositiva che si estende sempre fino al 19 ottobre da Piazza Duomo a Piazza Cordusio, passando per Via Mercanti.
Come sempre, la comunità di e_mob, un coordinamento di istituzioni, aziende e associazioni, si pone l’obiettivo di diffondere la cultura di un sistema ambientale sostenibile, con una manifestazione dal titolo decisamente sfidante, un’altra mobilità possibile, che punta a incidere nell’agenda del PNNR proponendo atti concreti in direzione di una decarbonizzazione dei trasporti. Missione che non può essere compiuta solo sostituendo i veicoli con motore a combustione interna, ma in un’ottica completamente diversa, utilizzando ad esempio i veicoli elettrici per svolgere servizi di pubblica utilità, dalla gestione dei rifiuti alla logistica di ultimo miglio e la micromobilità con bici elettriche cargo bike.
LA MOBILITÀ ELETTRICA DEL DOMANI
Nel ricco programma organizzato da e-mob, oggi pomeriggio, dalle 14:30, si è tenuto il convegno Prospettive future e fattori abilitanti della mobilità elettrica, moderato dal prof. Maurizio Delfanti, Ad della società RSE – Ricerca sul Sistema Energetico, con la partecipazione dell’ingegner Guido di Napoli della Direzione Generale per l’Approvvigionamento, l’Efficienza e la Competitività Energetica del Ministero della Transizione Ecologica, l’ingegner Davide Valenzano, responsabile Funzione Affari Regolatori di GSE - Gestore dei servizi energetici, Stefano Saglia, membro del Collegio Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, l’ingegner Francesco Naso, Segretario generale dell’associazione Motus-E, Gian Luca Gurrieri, direttore dell’Unità Organizzativa Clima e qualità dell’aria regione Lombardia, Bruno Tabacci, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, e l’ingegner Luigi Contestabile, Responsabile Sviluppo Servizi delle Stazioni, di Rete Ferroviaria Italiana.
L’intervento del responsabile di RFI, società del Gruppo FS Italiane facente parte del comitato scientifico di e_mob, dal titolo Il ruolo abilitante delle stazioni ferroviarie come hub di mobilità sostenibile, ha posto l’attenzione sul nuovo concept delle stazioni dei treni, sempre più al centro di strategie di mobilità urbana, con soluzioni mirate all’incremento dell’accessibilità da raggiungere attraverso percorsi di programmazione maggiormente condivisa con istituzioni ed enti locali.
SALE IL NUMERO DI AUTO ELETTRICHE
Un nuovo modo di intendere questi luoghi urbani che si inserisce in un quadro complessivo della mobilità diverso anche solo rispetto a pochi anni fa: rispetto alle iniziative proposte dal Green Deal europeo che punta entro il 2030 a ridurre di almeno il 55% le emissioni di gas serra rispetto a quelle registrate nel 1990, è sicuramente di buon auspicio il significativo incremento percentuale di auto elettriche a fronte di una contrazione del mercato automotive. All’aumento di vetture corrisponde anche quello dei punti di ricarica pubblici e facilmente accessibili: anche se al momento in Italia ne sono presenti 0,22 ogni 1.000 abitanti, una cifra inferiore rispetto a quella media europea (0,49) e ai notevoli esempi del nord Europa, come i Paesi Bassi (3,86) e la Norvegia (3,51), le misure presenti nel PNRR e nel DL semplificazione del 2020 vanno in direzione di un allargamento della rete di ricarica.
LE STAZIONI FERROVIARIE COME CHARGING HUB
In questo contesto le stazioni ferroviarie possono divenire un punto privilegiato per l’installazione di colonnine di ricarica (Fast e Ultra Fast per le soste brevi, Quick e Slow per ricariche medie e lunghe), a favore tanto dei servizi di mobilità pubblica e/o condivisa, quindi per il TPL oltre che per taxi, car rental, car sharing, NCC e navette aziendali, quanto dei servizi di mobilità privata, per i veicoli nei park&ride o nei kiss&ride.
Nelle stazioni lo spazio per le automobili dovrebbe diminuire all’aumentare della densità del tessuto urbano circostante e dovrebbe essere comunque subordinato al corretto dimensionamento degli spazi dedicati alla mobilità dolce e pubblica. Uno scenario in cui è fondamentale il rapporto con gli enti locali: le aree esterne di stazione dedicate a parcheggio per auto, infatti, sono in molti casi di proprietà RFI ma concesse in comodato ai Comuni, amministrazioni che gestiscono anche l’intero processo di installazione di colonnina di ricarica, oggi presenti nel 14% delle stazioni RFI se si considera una distanza di 500 metri.
Le intese con le istituzioni e gli enti locali per far convergere le infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici verso le stazioni ferroviarie sono già avviate ad esempio con le Regioni Marche, Abruzzo, Lombardia, Puglia, Piemonte, Emilia-Romagna, Liguria e la Città Metropolitana di Bologna, così come il dialogo e la collaborazione con le principali associazione del settore, come e_mob, Motus-E e Osservatorio nazionale Sharing Mobility. Ma è indubbio che c’è ancora tanta strada da fare.
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