Gli investimenti previsti dal PNRR rafforzano la transizione ecologica verso una mobilità più sostenibile e integrata. Oltre 24 miliardi di euro sono assegnati al Gruppo FS per progettare e realizzare, entro il 2026, una nuova infrastruttura ferroviaria e nel contempo rafforzare quella esistente, rendendola più accessibile, digitalizzata, resiliente ai cambiamenti climatici, integrata e interconnessa ai corridoi europei. “Un’infrastruttura ferroviaria nasce già sostenibile, perché abilita la sostenibilità del sistema Paese. In questo contesto di riferimento si devono considerare le valutazioni ambientali, le quali assicurano che piani, programmi e progetti siano portati avanti nel rispetto dell’ambiente, della qualità della vita e dello sviluppo, valutando preventivamente possibili conseguenze, e non a posteriori”.
Luigi Ferraris, Amministratore Delegato di Ferrovie dello Stato, interviene così agli Stati Generali della VIA e della VAS (Valutazione di Impatto Ambientale, Valutazione Ambientale Strategica), appuntamento che oggi, giovedì 9 dicembre, ha riunito esponenti del mondo istituzionale, imprenditoriale, energetico, ambientale e giornalistico per un confronto su tempi e modi di realizzazione delle grandi opere che da qui ai prossimi anni accompagneranno il Paese nella realizzazione del vasto programma di ripresa e resilienza dove FS avrà un ruolo da protagonista.
OBIETTIVI DI RILANCIO ECONOMICO E INCLUSIVO
“Una grande opera pubblica e infrastrutturale di trasporto si realizza per abilitare nuove connessioni tra territori, per aumentare l’accessibilità creando opportunità di sviluppo economico e inclusivo e migliorare la qualità della vita dei residenti”, ha detto l’AD di Ferrovie. “È evidente che stiamo parlando di attività che toccano il benessere delle persone in un raggio temporale che va ben oltre il completamento dell’opera. Qui si inserisce il progetto di sviluppo di grandi infrastrutture nazionali ferroviarie e stradali, un volano per la crescita del Paese”. Un contesto, questo, in cui la VIA e la VAS rappresentano strumenti imprescindibili che riuniscono obiettivi di medio periodo di carattere industriale a quelli di lungo termine in cui il rilancio economico deve tener conto dell’impatto sociale e ambientale di lunga data, in particolare “per le opere del PNRR è necessario arrivare a soluzioni condivise in tempi contenuti”.
ATTENZIONE ALLE REALÀ TERRITORIALI
Nel suo intervento Ferraris ha sottolineato quanto “la compatibilità ambientale e il rispetto della realtà di riferimento rappresentano una condizione di base per una trasformazione che crea valore durevole nel territorio su cui l’opera insiste, secondo una nuova concezione di infrastruttura sostenibile per tutto l’arco della sua vita utile”. Quando si parla di territorio, soprattutto in un Paese come l’Italia, “il tema della compatibilità ambientale - ha detto - si lega inevitabilmente alla valorizzazione e al rispetto del contesto storico e culturale che i nostri treni e autobus attraversano. Per tale ragione la compatibilità di un’opera si verifica sin dalla prima fase con il progetto di fattibilità tecnico-economica”, ha spiegato l’AD di FS.
RUOLO DEL TRASPORTO FERROVIARIO
“La ripartenza proposta dall’Europa punta a un cambiamento dei paradigmi economici verso modelli più attenti all'ambiente, come dimostrato anche dai 191,5 miliardi di euro approvati per il PNRR nel nostro Paese, di cui circa il 13% è stato destinato allo sviluppo di infrastrutture per la mobilità sostenibile. A tutto ciò si affianca lo sforzo che il Governo sta facendo con i vari contratti di programma e nei rinnovi delle flotte dei treni locali assieme alle Regioni di riferimento. Stiamo infatti parlando di un grande processo di trasformazione e ammodernamento”, ha evidenziato il top manager FS, che ha proseguito sottolineando quanto “lo sviluppo ferroviario, se ben regolato e incentivato, abilita un nuovo sistema di mobilità sostenibile, più rispettoso dell’ambiente e delle persone, dove tutte le modalità di trasporto sono ben integrate. In Italia - ha proseguito - il settore dei trasporti è responsabile del 25% di emissioni di anidride carbonica complessivamente emessi, con un incremento negli ultimi 30 anni che vale più del 3%. La maggior parte delle emissioni del settore sono prodotte dal trasporto su strada, che rappresenta il 94% delle emissioni complessive. Quindi è chiaro che un miglior uso del ferro e una sua migliore infrastrutturizzazione abiliterà una riduzione strutturale delle emissioni complessive del settore dei trasporti”.
GLI OBIETTIVI AL 2026 E L’APPROCCIO SOSTENIBILE
L’impegno è quello di costruire, ripartire, ma anche e soprattutto avere una visione di sistema, guardare al futuro delle nuove generazioni. “Fondamentali sono stati il primo e il secondo decreto semplificazioni che, nell’ambito delle autorizzazioni ambientali, istituisce una Commissione PNRR/PNIEC dedicata ai progetti compresi nel Piano, grazie alla quale i tempi di procedura di valutazione ambientale si riducono. Un provvedimento molto importante che va nella giusta direzione”. Tuttavia, a oggi, tale Commissione non risulta ancora operativa, “da qui l’importanza che venga insediata quanto prima per traguardare gli obiettivi al 2026, considerando l’importanza di un approccio sostenibile fin dall’inizio dell’opera ferroviaria”.
Fondamentale, come sempre, sarà il lavoro di squadra, “perché solamente attraverso la collaborazione tra istituzioni, stakeholder, pubblica amministrazione, enti pubblici e aziende pubbliche o private avrà successo il processo partecipativo, che è alla base di uno sviluppo infrastrutturale condiviso”.
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