In apertura Parnassus 2 (2020) di Fabrizio Cotognini, courtesy l’artista e Prometeogallery di Ida Pisani

Dopo quasi due anni di astinenza a causa della pandemia, la carovana dell’arte ritrova la fiducia e si rimette in movimento partendo da Milano. Decine di migliaia di collezionisti, appassionati, operatori del settore sono attesi dal 17 al 19 settembre a Fiera Milano, dove va in scena la 25esima edizione di Miart, appuntamento internazionale d’arte moderna e contemporanea.

Dopo sarà la volta di Art Verona, dal15 al 17 ottobre. E poi, da 5 al 7 novembre, tutti a Torino per Artissima 2021 che, guidata da Ilaria Bonacossa per il quinto anno consecutivo, riafferma la propria anima avanguardistica e sperimentale. Bisognerà invece aspettare l’inizio del 2022 per scendere a Bologna dove, dal 21 al 23 gennaio, è attesa Arte Fiera, la più antica mostra mercato di arte moderna e contemporanea del Paese.

Tornando a Miart, la kermesse diretta per la prima volta da Nicola Ricciardi quest’anno vede la presenza, nei padiglioni di fieramilanocity, di 145 gallerie provenienti da oltre 20 Paesi, tradizionalmente divise in cinque sezioni: Established Contemporary, Established Masters, Emergent, Decades, Generations. Parallelamente, su una piattaforma digitale dedicata, viene proposta un’accurata selezione di opere firmate da contemporanei affermati, maestri moderni e giovani emergenti.

Marmelo (2019) di Thorsten Brinkmann

Marmelo (2019) di Thorsten Brinkmann, courtesy Galleria Fumagalli, Milano

Con un percorso ricco di dialoghi, scoperte e riscoperte, dai primi del ‘900 alle creazioni delle ultime generazioni, Miart mantiene il suo carattere internazionale confermandosi come un appuntamento il cui elemento distintivo è l’ampia offerta cronologica. «Ho accettato con entusiasmo questa nuova sfida, con l’ambizione di poter contribuire nel corso dei prossimi tre anni a consolidare l’evento come punto di riferimento per le gallerie, gli artisti e i collezionisti italiani e internazionali», spiega Ricciardi. «Se da un lato è mia cura garantire solidità e continuità rispetto al percorso tracciato prima di me con intelligenza e lungimiranza da Vincenzo de Bellis e Alessandro Rabottini, dall’altro il mio impegno è far sì che il perimetro di Miart aderisca ai confini di un mondo inevitabilmente cambiato, mantenendo uno sguardo dritto e aperto al futuro. Con un preciso obiettivo: facilitare il più possibile lo scambio, il commercio, la pratica dei galleristi e l’interazione con i collezionisti», precisa il direttore.

In questa edizione, la manifestazione rivolge particolare attenzione alla parola poetica - intesa come forma di linguaggio universale - a partire dal titolo scelto, Dismantling the silence, tratto dall’omonima raccolta di versi del poeta statunitense di origine serba Charles Simić, a 50 anni dalla sua pubblicazione. Questo interesse viene declinato in una serie di iniziative volte a valorizzare nuovi dialoghi tra passato e presente, storia e sperimentazione, e a promuovere lo sbocciare di nuove forme di comunicazione tra tutti i soggetti che da sempre animano la fiera milanese.

Riflessi Borghesi (Angeli) (2020) di Flavio Favelli

Riflessi Borghesi (Angeli) (2020) di Flavio Favelli, courtesy Studio Sales di Norberto Ruggeri, Roma

La prima di queste iniziative è stato il progetto editoriale And Flowers/Words che, nel corso degli ultimi mesi, ha visto la partecipazione di numerose personalità del mondo artistico e culturale italiano, tra cui Massimiliano Gioni, Mariangela Gualtieri, Luca Lo Pinto ed Emanuele Trevi, unite tra loro dall’interesse per la parola scritta e parlata, che sono state coinvolte in conversazioni settimanali sui canali digitali della fiera.

Ora, in continuità con questo percorso, Miart presenta Starry Worlds, un’inedita proposta che trae ispirazione da una poesia citata durante una delle conversazioni della poetessa americana Adrienne Rich (1929-2012), For Memory (1981). Animata dal desiderio di «mettere insieme, pezzo dopo pezzo, i mondi stellari», la kermesse ha coinvolto diverse istituzioni cittadine chiedendo ai protagonisti delle mostre di settembre di condividere versi, citazioni e frammenti di poesie significative o influenti per la loro ricerca artistica e il loro lavoro. Queste verranno poi raccolte, dando forma a una particolarissima antologia che sarà in parte anche una mappa poetica di Milano. 

Nel progetto Starry Worlds sono stati coinvolti alcuni luoghi culturali del

capoluogo lombardo, che per l’occasione propongono al pubblico opere di grandi artisti italiani e internazionali. Come i chiostri di Sant’Eustorgio con Alessandro Pessoli, Fondazione Furla e Gam - Galleria d’arte moderna con Nairy Baghramian, Fondazione Ica con Simone Fattal e Michael Anastassiades, Pac - Padiglione d’arte contemporanea con Luisa Lambri e Zehra Doğan e Triennale Milano con Corrado Levi ed Elena Rivoltini. E ancora, la Fondazione Adolfo Pini con Elisabetta Benassi, Pirelli HangarBicocca con Neïl Beloufa e Maurizio Cattelan, Fondazione Pomodoro con Nevine Mahmoud, Margherita Raso e Derek MF Di Fabio, e Fondazione Prada con Simon Fujiwara.

Starry Worlds di fatto anticipa e amplifica la Milano Art Week, il ricco calendario di inaugurazioni e progetti speciali previsto dal 13 al 19 settembre in collaborazione con l’assessorato alla Cultura del Comune di Milano, che riunisce le maggiori istituzioni pubbliche e le fondazioni private della città. Non resta che cominciare da Miart, visitando la fiera in totale sicurezza, grazie a un preciso protocollo per il contenimento del Covid-19 consultabile anche online.

Articolo tratto da La Freccia