In apertura: Carlo Levi, Ritratto di Leone Ginzburg (1933)

Da un lato Carlo Ludovico Ragghianti, uno dei più affermati storici e critici d’arte del ‘900, dall’altro Carlo Levi, artista noto ai più come scrittore del romanzo Cristo si è fermato a Eboli che però diede prova del suo estro creativo anche nella pittura. Sono loro i protagonisti della mostra Levi e Ragghianti. Un’amicizia fra pittura, politica e letteratura, alla Fondazione Ragghianti di Lucca fino al 20 marzo.

L’esposizione si sofferma sul rapporto tra questi due intellettuali del secolo scorso, un tema che mai aveva trovato spazio nella storiografia e negli studi accademici. Attraverso opere d’arte, lettere, documenti, fotografie e filmati, si ripercorre la storia di un’amicizia sincera basata su un feeling culturale.

 

L’esegeta iniziò a recensire i lavori dell’artista nei suoi articoli tra il 1936 e il 1939, né presentò la personale a Roma nel 1946 e propose la pubblicazione di un catalogo delle sue opere nel 1948. Ma i loro interessi condivisi andarono ben oltre l’arte. Sfociavano ad esempio nella politica: la liaison tra i due infatti si intensificò a Firenze durante l’occupazione nazista, attraverso la comune militanza politica nella Resistenza. O nel cinema e nella letteratura, con Levi che dagli anni ‘50 in poi divenne ritrattista dei loro amici, da Anna Magnani a Eugenio Montale, da Pier Paolo Pasolini a Carlo Emilio Gadda.

Articolo tratto da La Freccia di gennaio 2022