In apertura, Punta Pedrosa, 1998 © MIMMO JODICE/RIPRODUZIONE VIETATA

Una distesa di scogli dalle linee morbide si allunga sulla spiaggia di Punta Pedrosa, in Sardegna. Mentre, nel cielo, un manto di nuvole sembra muoversi velocemente. I due elementi obbediscono a ritmi opposti: apparentemente inerte e immutabile il primo, variabile e mobile il secondo. Un fermoimmagine della natura che stimola una riflessione intorno al tempo e la sua incidenza sulle cose. Lo scatto in bianco e nero fa parte della mostra dedicata al fotografo napoletano Mimmo Jodice, allestita fino al 7 gennaio 2024 alle Gallerie d’Italia, a Torino.

 

Atleti della Villa dei Papiri, Napoli, 1986 © MIMMO JODICE/RIPRODUZIONE VIETATA

Atleti della Villa dei Papiri, Napoli, 1986 © MIMMO JODICE/RIPRODUZIONE VIETATA

Attraverso 80 fotografie realizzate tra il 1964 e il 2011 e alcune opere esposte per la prima volta, Mimmo Jodice. Senza tempo propone un viaggio nella poetica dell’artista e consente di ripercorrerne l’intera carriera. Davanti al suo obiettivo il paesaggio naturale, in cui il mare è spesso protagonista, assume una consistenza eterea e sembra rimandare a un altrove non collocabile in maniera definitiva. Allo stesso modo statue e mosaici, vestigia delle antiche civiltà del Mediterraneo, ma anche architetture e arredi urbani acquisiscono significati inconsueti e diventano visioni oniriche in grado di superare la contingenza delle epoche storiche. 

Natura, Opera 12, Marsiglia 1987 © MIMMO JODICE/RIPRODUZIONE VIETATA

Per la sua originalità e la capacità di condensare suggestioni estetiche, il lavoro di Jodice occupa un posto di rilievo nel panorama artistico internazionale. Non a caso la retrospettiva corrisponde al secondo capitolo del progetto La grande fotografia italiana, a cura di Roberto Koch. L’iniziativa, avviata con l’intento di omaggiare i grandi maestri dell’ottava arte nell’Italia del ‘900, è stata inaugurata nel 2022 da una mostra dedicata alla genovese Lisetta Carmi.

Il percorso espositivo, inoltre, accoglie un documentario inedito sulla vita del fotografo firmato dal regista Mario Martone, suo amico e concittadino. Per raccontare a tutto tondo un artista che fu fin da subito sperimentatore, famoso per il tocco intenso e perturbante che attraversa ogni sua prova.

 

Articolo tratto da La Freccia