In apertura, Civili arrivano a Tiro dopo essere fuggiti dai loro villaggi nel sud del Libano durante i raid aerei israeliani Tiro, Libano (2006) © Paolo Pellegrin/Magnum Photos

Un buco nero. È il luogo in cui finiscono alcuni eventi storici, talmente dolorosi che molte persone scelgono di ignorarli. In fisica, la zona teorica oltre la quale non si può più tornare indietro, in cui anche la luce viene inghiottita dal campo gravitazionale del corpo celeste, è detta “orizzonte degli eventi”. È proprio questo il titolo scelto per la mostra alle Stanze della fotografia dell’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, fino al 7 gennaio, curata da Denis Curti e Annalisa D’Angelo. L’esposizione ospita circa 300 immagini del fotoreporter dell’agenzia Magnum Photos Paolo Pellegrin scattate tra il 1995 e il 2023 in vari angoli del mondo, dagli Stati Uniti alla Grecia, dalla Tunisia alla Palestina. Tra le foto inedite, un recente reportage dall’Ucraina in guerra.

Detenuti attraversano il campo 4 nel centro di detenzione di Guantánamo. Guantánamo, Cuba (2006)

Detenuti attraversano il campo 4 nel centro di detenzione di Guantánamo. Guantánamo, Cuba (2006) © Paolo Pellegrin/Magnum Photos

L’incontro è uno dei temi ricorrenti nei lavori di Pellegrin: il confronto con ciò che è diverso consente di mettere in discussione presunte verità e di creare grammatiche innovative su cui fondare la storia futura. Per questo il fotografo, muovendosi da ospite nei territori visitati, tra Occidente e Oriente, mette in comunicazione poveri e ricchi, fortunati e infelici, perché possano guardarsi negli occhi e cercare ognuno le verità altrui. Fino a scrutare in un buco nero impossibile da ignorare.

Persone in fuga dalla Libia durante gli scontri tra ribelli e forze pro-Gheddafi. Passaggio di frontiera a Ras Jdir, nei pressi di Ben Guerdane Ras Jdir, Tunisia (2011)

Persone in fuga dalla Libia durante gli scontri tra ribelli e forze pro-Gheddafi. Passaggio di frontiera a Ras Jdir, nei pressi di Ben Guerdane. Ras Jdir, Tunisia (2011) © Paolo Pellegrin/Magnum Photos

L’incontro è uno dei temi ricorrenti nei lavori di Pellegrin: il confronto con ciò che è diverso consente di mettere in discussione presunte verità e di creare grammatiche innovative su cui fondare la storia futura. Per questo il fotografo, muovendosi da ospite nei territori visitati, tra Occidente e Oriente, mette in comunicazione poveri e ricchi, fortunati e infelici, perché possano guardarsi negli occhi e cercare ognuno le verità altrui. Fino a scrutare in un buco nero impossibile da ignorare.

Articolo tratto da La Freccia di dicembre 2023