In apertura Edgar Degas, Ballerina in riposo, litografia. Courtesy Collezione Sanfo

Il complesso monumentale di San Domenico Maggiore, a pochi passi da Palazzo Pignatelli di Monteleone in cui Edgar Degas soggiornò nel 1856, ospita fino al 10 aprile la mostra Degas. Il ritorno a Napoli. L’esposizione, a cura di Vincenzo Sanfo, celebra l’arte del maestro impressionista, il suo rapporto con l’Italia e la città partenopea e raccoglie quasi 200 opere dell’artista francese. Oltre alle due serie di monotipi Maison Tellier e Famille Cardinal, fanno parte del corpus esposto disegni, studi preparatori, litografie, rare fotografie scattate da Degas ed esempi dei suoi lavori in bronzo. 

Edgar Degas, Par lui-même (Autoritratto) (1880 cairca), Courtesy Collezione Sanfo

Edgar Degas, Par lui-même (Autoritratto) (1880 cairca). Courtesy Collezione Sanfo

Il percorso si sviluppa attraverso tre aree tematiche. Dalla produzione degli anni giovanili con i dipinti realizzati a Napoli, agli aspetti più interessanti della sua vita sociale, caratterizzata dalla frequentazione di altri artisti attivi in quel periodo storico. Con la seconda sezione, dedicata ai soggetti e ai temi distintivi dell’arte di Degas – tra cui spiccano le donne in tutù e le atmosfere rarefatte dei café chantant della Belle Époque – si entra nel laboratorio dell’artista. Le opere qui raccolte testimoniano l’enorme lavoro di preparazione necessario alla realizzazione dei suoi quadri. Osservandole è possibile comprendere a pieno l’arte del “pittore delle ballerine”

 

Edgar Degas, La danseuse chez le photographe, acquaforte. Courtesy Collezione Sanfo

Edgar Degas, La danseuse chez le photographe, acquaforte. Courtesy Collezione Sanfo

 

Al centro del processo creativo c’è sempre l’osservazione attenta della forma e del segno e uno studio mirato che ha come punto di riferimento i grandi maestri della pittura italiana oltre che il neoclassicista Jean-Auguste-Dominique Ingres.

Secondo Degas il disegno, esercizio irrinunciabile in qualsiasi periodo della sua produzione, rivela molto meglio della pittura la personalità di un artista. Questa convinzione lo accompagnerà sempre, anche quando, entrato nel gruppo degli impressionisti, si dedicherà al colore.