Una fotografia è sempre un viaggio. Una capriola nei ricordi, il sedimento di una memoria, l’appendice di nuovi orizzonti. Una finestra che si spalanca su pezzi di realtà o un binocolo puntato sul mondo. Come quello sul mare di Capri, immortalato da Luigi Ghirri in una nella foto presenti a Roma nella mostra L’Italia è un desiderio. Fotografie, Paesaggi e Visioni (1842-2022). Le Collezioni Alinari e Mufoco.

 

Alle Scuderie del Quirinale fino al 3 settembre, l’esposizione è organizzata con Fondazione Alinari e il Museo di fotografia contemporanea (Mufoco) con l’intento di far conoscere al pubblico il cospicuo patrimonio di immagini di cui il Paese dispone. Oltre 600 le opere presenti, tra dagherrotipi, antichi negativi su carta e vetro, diapositive, lastre, stampe vintage e a colori in grande formato: vari supporti e tecniche che, dall’800 a oggi, sono stati usati per rappresentare l’Italia.

 

Al centro degli scatti e protagonista indiscusso, il patrimonio paesaggistico e architettonico diventa simbolo identitario e scenografia della narrazione sociale e politica. Il risultato del percorso espositivo è un racconto per immagini animato da una continua tensione fra passato e presente, natura e cultura, conservazione e progresso, che sembra condensarsi nella strada tra i campi, tagliata dal guizzo di un’iride e immortalata da Vittore Fossati.

 

In mostra ci sono l’immutabile grandezza di certi scorci, icone di arte e storia, accanto ai nuovi skyline delle metropoli in fieri: da una Siena ottocentesca e ingiallita alla Milano futurista di Olivo Barbieri. Un popolo si riconosce nelle sue magnificenze e nei suoi sassi, con cui stabilisce senza distinzione di razza o ceto un legame di profonda appartenza, tramandato dalla fotografia come un certificato di nascita. «Il paesaggio è l’esito della cultura e della dura e fantasiosa trattativa tra uomo e natura», afferma Davide Rondoni, presidente del Museo di fotografia contemporanea. «L’Italia più che Stato o nazione è un desiderio».