A prima vista, potrebbe sembrare uno scambio di cortesie e buone pratiche tra due dei più grandi istituti culturali del mondo. Ma in realtà Napoli a Parigi: il Louvre invita il Museo di Capodimonte è una prima nella storia delle mostre. Consapevole dell’importanza degli scambi tra i musei europei, la direzione del Louvre ha voluto stringere un partenariato senza precedenti con un luogo espositivo simbolo della cultura partenopea. La rassegna, inaugurata il 7 giugno dai presidenti della Repubblica dei due Stati, Sergio Mattarella ed Emmanuel Macron, non racconta un artista né un movimento ma la storia dei due musei.
E già dopo un mese di apertura al pubblico, ha raggiunto un successo senza precedenti, con circa 800mila visitatori e 15mila cataloghi venduti. La Reggia di Capodimonte era l’antica residenza di caccia dei Borboni. Edificata su un colle che domina Napoli, ospita una delle pinacoteche più ricche d'Europa e il secondo più importante Gabinetto dei disegni e delle stampe in Italia dopo quello degli Uffizi di Firenze, oltre a un’eccezionale collezione di porcellane. Per non parlare dei 134 ettari di parco, il Real Bosco, costituito da alberi secolari e prati verdi con oltre 400 diverse specie vegetali. Poiché si temeva che gli importanti lavori di ristrutturazione previsti nel museo, come le coperture e l’isolamento termico degli edifici e l’adeguamento energetico della struttura, avrebbero privato i visitatori dell’accesso, il Louvre ha offerto la possibilità di continuare ad ammirare i capolavori di Capodimonte a Parigi per sei mesi, ponendoli a confronto con la propria collezione di dipinti italiani dello stesso periodo.
«Siamo riusciti a mettere in mostra la più bella collezione di pittura italiana del mondo», afferma con orgoglio Sébastien Allard, direttore del dipartimento delle Pitture del museo francese, commentando questo dialogo senza precedenti. Prima di volare nella capitale francese, una ventina di dipinti tra quelli più importanti del museo napoletano sono stati restaurati. È il caso del celebre Ritratto di Paolo III di Tiziano Vecellio: dopo l’intervento si può apprezzare la finezza della barba del pontefice e l’impareggiabile trattamento utilizzato per il velluto del suo mantello.
Più di 70 capolavori hanno lasciato il suolo italiano e sono in mostra fino all’8 gennaio 2024 in tre diversi luoghi del Louvre. La celebre Grande Galerie ospita le opere più emblematiche dell’arte italiana. La Salle de la Chapelle presenta e spiega le origini della collezione napoletana. Infine, nella Salle de l’Horloge, quattro capolavori del disegno di quella che era la collezione Farnese (tra cui uno di Michelangelo e uno di Raffaello) sono messi a confronto con i disegni delle collezioni del Louvre.
«Alcune opere di Capodimonte, come la Danae e il Ritratto di Paolo III con i nipoti Alessandro e Ottavio Farnese, di Tiziano, o l’Antea di Parmigianino, per molti non saranno una sorpresa: compaiono in tanti manuali di storia dell’arte. La vera novità sarà legarle a questo museo, famoso per gli amanti del settore ma ancora da scoprire per il vasto pubblico», spiega il francese Sylvain Bellenger, direttore dell’istituto napoletano da novembre 2015. «Nonostante l’attaccamento storico dei francesi a Napoli, infatti, non sempre i visitatori della più nota Pompei pensano di inserire Capodimonte nel loro moderno Grand Tour, anche se rimane comunque uno dei luoghi espositivi più importanti d’Europa».
Prima di collocare i 31 dipinti napoletani nella Grande Galerie del Louvre, è stato necessario togliere altrettanti quadri e immaginare un nuovo allestimento per offrire una diversa scenografia, con un’attenzione particolare per la Flagellazione di Cristo di Caravaggio. Lo spazio più prestigioso di quest’area, chiamato Tribuna, offre un inusuale faccia a faccia tra due dei nudi più belli del Rinascimento italiano: la Danae di Tiziano, appena arrivata da Napoli, e Il sonno di Antiope, opera di Correggio che fa parte delle collezioni del Louvre. E cosa dire dell’enigmatica Antea di Parmigianino che rivaleggia per mistero e raffinatezza con il celeberrimo Ritratto di Baldassarre Castiglione firmato da Raffaello, acquistato nel 1661 da Luigi XIV e ora di proprietà dello Stato francese?
Ma Napoli a Parigi non è solo l’occasione per ammirare opere d’arte negli spazi del Louvre. Al di là delle sale del museo, un ambizioso programma culturale, musicale e cinematografico completa l’iniziativa e promuove per sei mesi la ricca civiltà napoletana nella capitale francese. Tra i numerosi eventi, cinque concerti rendono omaggio a questa città, uno dei grandi centri della musica europea di età barocca. E per chiudere degnamente l’evento, il 15 dicembre 2023 il museo proporrà al pubblico una notte di spettacoli ed esperienze per vivere le diverse sfaccettature di Napoli.
I lavori al museo di Capodimonte inizieranno nel 2024 con la chiusura del primo piano. L’anno successivo vedrà la chiusura completa della struttura, sia del primo che del secondo piano. I turisti e i cittadini partenopei, tuttavia, avranno sempre la possibilità di godere del Real Bosco, il parco più bello della città, e dei suoi splendidi giardini, riportati all’antico splendore dal direttore Sylvain Bellenger.
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