In apertura, Venezia, Italia, 1950 © David Seymour/Magnum Photos
La mostra David “Chim” Seymour. Il Mondo e Venezia. 1936-56, curata da Marco Minuz, fino al 17 marzo al Museo di Palazzo Grimani, ripercorre quasi per intero la carriera del fotografo polacco, il cui vero nome era David Szymin.
«Prendeva la sua macchina fotografica come un medico tira lo stetoscopio fuori dalla borsa per diagnosticare la condizione del cuore. Il suo era vulnerabile, portava sulle spalle il peso del mondo». Così Henri Cartier-Bresson ricordava il collega fotoreporter David "Chim" Seymour, animo sensibile e coraggioso che durante la carriera si dedicò soprattutto a testimoniare le difficoltà subite dai più deboli, in particolare i bambini, durante le guerre. Nel 1950, tre anni dopo aver fondato a New York l’agenzia Magnum Photos insieme a Cartier-Bresson e Robert Capa, nell’ambito di un progetto sull’Europa del dopoguerra realizzò anche un ampio reportage sulla città di Venezia. Un lavoro che è ora esposto nel capoluogo veneto, insieme ad altri scatti del fotografo, la cui professione, iniziata come giornalista freelance nel ‘33, si concluse troppo presto, circa 20 anni più tardi, quando fu ucciso dai colpi delle mitragliatrici sulla frontiera israelo-egiziana.
Gina Lollobrigida, Venezia, Italia, 1954 © David Seymour/Magnum Photos
Passeggiando nelle sale del museo, sembra di muoversi tra i canali di oltre mezzo secolo fa, circondati dai caratteristici colombi veneziani, osservando i bambini di allora – soggetto prediletto da Chim – che giocano o riposano. Tra i ritratti delle celebrità, l’attrice Gina Lollobrigida fa capolino da una porta, mentre la soprano Maria Callas posa seduta al pianoforte, davanti ai suoi spartiti. Ma non tutte le 150 fotografie in esposizione sono state scattate a Venezia: alcune provengono dai toccanti reportage sulla Guerra civile spagnola o sulla Francia del 1936 e dal progetto del 1948 Children of War, commissionato dall’Unicef e dedicato agli orfani di guerra. Tra i documenti che completano la rassegna quelli dedicati alla maleta mexicana, la valigia messicana contenente i quattromila negativi delle foto scattate durante la Guerra civile spagnola dagli amici e colleghi Chim, Capa e Gerda Taro. Il piccolo tesoro, che si credeva perduto per sempre, venne ritrovato a Parigi nel 1995 e reso pubblico solamente nel 2008.
David “Chim” Seymour saluta Henri Cartier-Bresson. Parigi, Francia, 1938 © René Burri/Magnum Photos
Articolo tratto da La Freccia di gennaio 2024
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