È stato inaugurato, proprio in questi giorni, il primo vertiporto italiano. Un volo test, nei pressi dell’aeroporto di Fiumicino, per rendere reale qualcosa che potrebbe sembrare pioneristico. Ovvero una mobilità avanzata, sostenibile ed estremamente rapida. Un vertiporto è una piattaforma destinata a mezzi che possano decollare verticalmente, come droni e aerotaxi elettrici. 

Se tutto dovesse continuare a procedere in questa direzione, quindi, l'aeroporto romano e il centro cittadino potrebbero essere collegate in un tempo di circa 20 minuti.  Una notizia, questa, che se fosse stata data solo qualche anno fa, sarebbe stata di quasi esclusivo interesse del trasporto aereo. Oggi, fortunatamente, non è più così. Il mondo dei trasporti è sempre più un ecosistema, un mondo, un insieme. Quello che ieri appariva come un nuovo concorrente sul mercato, adesso è un alleato per rendere il concetto di intermodalità sempre più efficiente.

A dirlo sono anche una serie di realtà, strettamente legate ai trasporti e all’innovazione, che hanno dato vita a un panel all’interno di una due giorni chiamata “Flying in the future”, svoltasi a Roma, organizzata da Aeroporti di Roma, e moderata da Munish Khurana (ATM/UTM business devolpment di Euro Control). Nel dettaglio questo appuntamento che ha fatto dibattere tanti stakeholder nazionali e non, aveva già nel suo emblematico titolo l’orizzonte che voleva raggiungere: “Bringing together the AAM ecosystem”.

La novità, quindi, che vuole trasformarsi in opportunità e, anche per questa ragione, che tra gli intervenuti c’era una relativa al Gruppo FS. A parlare Giulia Costagli che, nella holding dell’amministratore delegato Luigi Ferraris, è responsabile BTSS Energy Fuel, Materials & Transportation. «La nostra realtà è uno dei principali attori della mobilità italiana – ha affermato – gestisce cinquantamila chilometri di infrastrutture ferroviarie e stradali, mette in viaggio 9000 treni al giorno e le sue attività ci sono anche autobus e traghetti». Parole in grado di andare in perfetta sintonia con i temi della giornata e far capire quanto il Gruppo FS possa già essere in uno stato di avanzamento importante per quanto concerne l'intermodalità e il “fare sistema”. 

Poi nel corso dei vari interventi si è provato anche ipotizzare come le attività di un vertiporto e il contesto strettamente ferroviario potesse connettersi. «Ogni possibilità di avvicinare le persone alle stazioni è una buona opportunità – ha continuato la rappresentante del Gruppo FS – l’Advanced Air Mobility (AAM) è una modalità che faciliterebbe i collegamenti con i treni a lungo raggio. Al momento si dovrebbe capire quale possa essere la domanda di trasporto di questi due sistemi. Per questo motivo nell’ambito di un protocollo di intesa con AdR analizzeremo anche gli studi sui traffici e comprendere da ogni punto di vista come possa essere attrattivo un vertiporto nei pressi di una stazione capitolina». 

Voglia di scoprire come sarà il futuro senza scordarsi però che, quando si parla di trasporti, si deve ragionare in termini di fattibilità. Non tralasciando nulla, in primis la sicurezza. «Valuteremo ogni tipo di criticità – ha concluso Costagli - dal permesso di volare in zona urbana, al modello di business connesso alla realizzazione e all'esercizio dei vertiporti. Per noi c'è anche un'altra questione, ovvero la necessità di definire la migliore fruizione delle aree vicine alle nostre postazioni, nelle quali possono essere collocate diverse funzioni e sistemi».

Un tempo nuovo” recita il claim del recente piano industriale del Gruppo FS. Un concetto che legge al meglio questo approccio: il trasporto come un grande universo ricco di mondi, con le proprie peculiarità, ma capaci perfettamente di convivere. C’è, quindi, la naturale voglia di accettare nuove sfide, senza però tralasciare la qualità, fino a oggi raggiunta, del servizio. Perché ogni passo per andare verso il futuro va fatto necessariamente in avanti.