Il comune più a ovest d’Italia si trova nella provincia di Torino, più esattamente nell’alta Val Susa, e si chiama Bardonecchia. La montagna di Rocca Bernauda, compresa nella sua municipalità e posta proprio sul confine transalpino, segnala con una stele il punto più occidentale dello Stivale, e ci ricorda che questa terra ha rappresentato una zona di transito sin dai tempi antichi, contando il passaggio di eserciti, pellegrini, mercanti e contrabbandieri al suono di lingue mescolate tra italiano, francese e occitano. Le ragioni per cui fermarsi a Bardonecchia, dall'11 dicembre raggiungibile anche con il Frecciarossa che corre sulla linea Milano-Torino-Lione-Parigi, collegando l’Italia alla Francia, sono molteplici.

Durante la stagione invernale bisogna onorare la tradizione sciistica di questa località, come sottolinea Alberto Surico, responsabile delle attività montane e sportive di Turismo Torino e provincia, l’ufficio che si occupa di promuovere il capoluogo piemontese e il suo territorio. «Bardonecchia ha rappresentato una delle prime località internazionali da un punto di vista sciistico. Lo Sci club della città, nato nel 1908, è uno dei più antichi in Italia.

E proprio qui, l’anno dopo, fu costruito il primo trampolino italiano dove i due fratelli norvegesi Harald e Trygve Smith stabilirono diversi record nel salto, tra cui quello mondiale raggiunto da Harald».

 

Bardonecchia al tramonto

Da quel momento, il movimento sportivo e turistico legato agli sci esplose a Bardonecchia, ancor prima che nella vicina e più nota Sestrière. E, a ricordo della gloriosa impresa, ancora oggi la zona di accesso principale alle piste si chiama Campo Smith: qui troneggia un locale chiamato proprio Harald’s, in omaggio allo scandinavo più amato nella zona.

 

Bardonecchia vanta oltre 20 impianti di risalita e circa 100 chilometri di piste, circondate da una corona di maestose montagne come la Pierre Menue, la più alta vetta della Alpi Cozie settentrionali che, da oltre 3.500 metri, domina l’abitato con la sua elegante silhouette piramidale.

 

Tre aree sciistiche – Colomion-Les Arnauds e Melezet, collegate sci ai piedi, e Jaffreau – lo rendono il secondo comprensorio per estensione interaemente compreso in Piemonte, dopo la Vialattea. I versanti presentano diverse esposizioni al sole e ricevono un differente trattamento d’innevamento: il profilo dolce della prima parte del comprensorio prende avvio dalle basse quote, 1.300 metri, con un disegno di piste adatte alle famiglie, ma si arriva a uno scenario del tutto diverso con i 2.800 metri dell’area del Monte Jafferau, dove la neve dura per tutto l’anno.

L’intermodalità è una delle caratteristiche vincenti di Bardonecchia: la stazione ferroviaria, posta al centro del paese, è connessa a tre linee di bus che accompagnano gratuitamente i visitatori nei punti strategici della villeggiatura, tra alberghi, luoghi di svago e i vari punti di accesso alle attività sciistiche. Senza dimenticare l’aspetto più rilevante che ha facilitato l’avvento dei flussi turistici, ovverosia l’estensione della rete ferroviaria che, sin dalla fine dell’800, ha fortemente accorciato le distanze tra Bardonecchia e i tre poli industriali del nord Italia, Milano, Torino e Genova.

 

Stazione di Bardonecchia

L’inaugurazione del traforo ferroviario del Fréjus, che dal 1871 la collega a Modane, in Savoia, e del parallelo traforo stradale, aperto oltre un secolo dopo, hanno reso la città uno dei principali punti di accesso alla Francia e una delle più raggiungibili dagli italiani, rispetto alla maggior parte delle località sciistiche geograficamente isolate. A Bardonecchia, dunque, si può arrivare con i treni ad Alta Velocità da tutta Italia e dalla Francia, con i Regionali e con l’autostrada, essendo una delle rare zone montane con

un’uscita dedicata. Per questo, il più grande centro della Val Susa conta su un patrimonio ricettivo di oltre 300mila presenze all’anno, distribuite per il 60% nei mesi invernali, mentre il restante 40% è presente da giugno a settembre.

Lo sci resta dunque l’attività turistica dominante, al fianco degli immancabili percorsi a piedi con le ciaspole, del fondo e delle passeggiate a cavallo anche d’inverno. Ma sono molti altri ancora i risvolti culturali di un territorio che, per le sue caratteristiche di confine, presenta un patrimonio variegato capace di spaziare dai reperti del XII secolo testimoniati dal Parco archeologico della Tur d'Amun, dove è presente anche l’antico castello medievale di Bardonecchia, a una serie di cappelle con affreschi rinascimentali disposte lungo le vie percorse dai pellegrini, fino al forte militare di Bramafam, la più grande opera fortificata di fine ‘800 delle Alpi Cozie.

 

Molto frequentate, dunque, anche le attività non legate alla neve. La regina dell’estate è la bicicletta, sia nelle sue declinazioni mountain sia in quelle da strada, grazie alla presenza di salite importanti come quella al Colle della Scala che collega la Val di Susa con la Val della Clarée, fino a Névache, in Francia, o come la salita allo Jafferau, per tre volte teatro di una tappa del Giro d’Italia. Spettacolare anche il tragitto che porta al ghiacciaio del Sommeiller e detiene il record di strada carrozzabile più alta d’Italia, superando i tremila metri di altitudine.

 

Notevole, poi, l’offerta per chi aspira a emozioni alpinistiche, con cime importanti come quelle del gruppo del Thabor, dei Re Magi, o la Guglia Rossa. Bardonecchia rappresenta inoltre l’unico accesso alla Valle Stretta, che da italiana è divenuta francese dopo la Seconda guerra mondiale, caratterizzata dalla presenza del monte Thabor e famosa tra gli appassionati di arrampicata per la mitica Parete dei militi, luogo di culto negli anni ‘70 e ‘80, e teatro di uno uno dei primi Rock Master, evento di punta di questo movimento sportivo.

 

A chi non ama il brivido dell’altezza la località offre invece un’accoglienza rilassante, nella sua conca a 1.300 metri di altitudine che rende questa zona adatta anche per le vacanze estive, grazie a una morfologia in grado di riparare dai venti di tramontana e un territorio ampio e non ripido. Fu scoperta come luogo di villeggiatura dal turismo d’élite già a fine ‘800, quando lo statista Giovanni Giolitti ne divenne tra i più assidui frequentatori. Oggi appare come una cittadina vivace capace di coniugare un’accoglienza internazionale alla tutela delle tradizioni locali, con una speciale attenzione all’enogastronomia. Impossibile perdere la visita alla pasticceria del maestro Franco Ugetti, un’eccellenza assoluta del territorio.

Articolo tratto da La Freccia