In cover, Pista Forcelles, Colfosco (BZ) © Alta Badia-IDM Südtirol-Alex Filz

L’inconfondibile suono degli sci che fendono la neve di prima mattina, con quella polvere leggera depositata sul manto compatto lavorato dai gatti delle nevi che fruscia sotto le lamine, è tornato a emozionare le nostre orecchie. Dopo l’anno più buio nella storia del turismo invernale, con la stagione sciistica rimasta ai blocchi di partenza in tutta Italia, il desiderio di neve ora si fa sentire più forte che mai.

E l’Alta Badia, uno dei comprensori più famosi in Europa, festeggia il traguardo di rivedere piste e impianti aperti con straordinarie misure di sicurezza, rese operative grazie alla tecnologia, come ci racconta Roberto Huber, direttore di Alta Badia Brand: «Si tratta di un inverno diverso da quelli a cui eravamo abituati, ma tutti gli operatori hanno lavorato sodo per renderlo il più normale e sicuro possibile», esordisce.

Traino dei cavalli con gli sci ai piedi, Armentarola (BZ) © Alta Badia-Alex Moling

«Per questo il consorzio Dolomiti Superski, come unica destinazione europea, ha sviluppato un’app che permette in pochi secondi l’abbinamento tra skipass e green pass. Il risultato è la verifica costante di tutti gli sciatori, per garantire un livello di sicurezza assoluto a tutti gli ospiti. Oltre a questo, gli impianti di ultima generazione consentono il raggiungimento delle piste a velocità ottimale, accedendo al comprensorio da oltre 20 differenti punti di ingresso». Da appassionato sciatore, Huber ci offre il suo personale racconto di una giornata ideale con gli sci ai piedi nel territorio dell’Alta Badia, contraddistinto da un altipiano centrale contornato da stupendi percorsi alle estremità.

«Vale la pena scoprirlo cominciando dal Piz La Villa per godere appieno della mitica Gran Risa, nota anche per le perfette condizioni di manutenzione. Il tour può proseguire in direzione Badia, per sciare sulle piste assolate alle pendici del maestoso Santa Croce. Al ritorno, una rossa del Piz Sorega ci conduce in direzione Armentarola per salire con la funivia al Lagazuoi e scendere lungo uno dei più straordinari paesaggi dolomitici, i sette chilometri che portano infine al suggestivo traino dei cavalli con gli sci ai piedi. La sosta per un pranzo prelibato in uno dei rifugi, ammirando le vette dolomitiche, è d’obbligo. E per chi non ne avesse ancora a sufficienza, la pista Col Alto a Corvara e la Valle Stella Alpina a Colfosco faranno da ciliegina sulla torta».

Uno scatto dell'evento Sciare con gusto © Armin Terzer

Grazie alle eccezionali misure di sicurezza intraprese, sono stati inoltre confermati gli attesi eventi del calendario turistico, come Sciare con gusto e Sommelier in pista. La prima manifestazione, alla 12esima edizione, comprende appuntamenti culinari come il Gourmet Skisafari, SunRisa, Roda dles Saus e il Wine Skisafari. I protagonisti sono astri nascenti della cucina provenienti da tutta Italia, chef emergenti ma già stellati: otto, per l’esattezza, ciascuno abbinato a un differente rifugio a bordo pista, per il quale è stata creata una ricetta speciale da gustare durante tutta la stagione.

La scelta dei magnifici otto ha portato a identificare questi nomi: Simone Cantafio del vicino ristorante La Stüa de Michil presso l’Hotel La Perla a Corvara (BZ), Riccardo Gaspari dello stellato SanBrite di Cortina d’Ampezzo, Davide Caranchini del Materia a Cernobbio (CO), Matias Perdomo del Contraste di Milano, Paolo Griffa del Petit Royal di Courmayeur (AO), Riccardo Agostini del Piastrino di Pennabilli (RN), Marco Martini alla guida dell’omonimo ristorante romano e, infine, Caterina Ceraudo del Dattilo, situato a Strongoli in provincia di Crotone. I piatti possono essere degustati, durante tutta la stagione invernale, nei rifugi Ütia Lé, Ütia L'Tamá, Club Moritzino, Ütia Las Vegas, Ütia I Tablá, Ütia de Bioch, Ütia Pralongiá e Ütia Jimmy.

La zuppa d’orzo della tradizione ladina chiamata Panicia © Alta Badia-Alex Moling

Inoltre, dopo il successo delle scorse edizioni, l’Alta Badia ripropone anche quest’anno Sommelier in pista, con lo scopo di valorizzare il connubio fra lo sci e i prodotti d’eccellenza del territorio. I prossimi appuntamenti saranno il 15 febbraio, l’8 marzo, il 5 aprile e prevedono sciate abbinate alla degustazione di alcuni tra i più pregiati vini dell’Alto Adige con i partecipanti accompagnati da un maestro di sci e da un sommelier professionista. A questi appuntamenti si aggiunge un’edizione speciale in programma il 29 marzo (al Rifugio Ütia de Bioch), durante la quale verranno degustati quattro vini dell’Alto Adige in abbinamento ad altrettanti piatti. Domenica 20 marzo, inoltre, sarà la volta di Wine Skisafari con la degustazione dei migliori vini altoatesini a duemila metri di quota presso i rifugi Piz Arlara, Ütia de Bioch, I Tablà e Pralongià.

Nella settimana dal 13 al 20 marzo torna infine un altro appuntamento attesissimo, Roda dles Saus, l’evento dedicato alla cucina ladina presso le baite del comprensorio dello Skitour La Crusc: non bisogna dimenticare, infatti, che per i cinquemila abitanti dell’Alta Badia, capaci di accogliere 18mila persone equamente bilanciate tra italiani e stranieri nelle sue sei località principali, la cultura ladina resta ancora oggi l’aspetto caratterizzante fondamentale.

A chi desidera scoprire l’anima di questa terra è fortemente raccomandato l’incontro con le sue tradizioni, tra una sciata e l’altra lungo i 130 chilometri di piste collocati al centro dei 1.200 chilometri del Dolomiti Superski, in grado di connettere questo territorio con la Val Gardena, la Val di Fassa, il Plan de Corones e ora anche con Cortina che, grazie all’innovativo impianto Skyline Cortina, appare molto più vicina.

 

Il viaggio sci ai piedi in Alta Badia non può concludersi senza un’ultima discesa sulla Gran Risa, guidati da Huber che così ce la descrive: «Una volta arrivati in cima all’ovovia, ad attenderci c’è un pauroso muro iniziale, ai cui piedi è possibile scorgere La Villa, incorniciata a destra dalle montagne del Santa Croce e del Lavarella, a sinistra dal Sassongher. E c’è da fare una scelta: l’adrenalinica nera a sinistra, la rossa a destra. Noi sceglieremo la prima, per ammirare la partenza delle gare di Coppa del Mondo che qui si svolgono da 36 anni, soprattutto lo Slalom Gigante maschile». All’altezza del cancelletto, inizia la parte più ripida: «Si tocca il 63% di pendenza, raggiungendo la precedente partenza della Gran Risa, quella da cui – per intenderci – partiva Alberto Tomba. Finito il muro, ci sono due curve a destra su una pendenza più facile, dopo di che la svolta a sinistra porta su un altro tratto impegnativo, corrispondente a una quindicina di porte da gara distribuite lungo 200 metri di pista, una curva in fondo a sinistra ancora e la parte più complessa è finita. Per lo sciatore comune basterà girare a destra e riprendere l’ovovia, ma per chi avesse ancora benzina nelle gambe, la svolta a sinistra condurrà al traguardo dopo aver affrontato le gobes dl' giat, le due famose gobbe del gatto realizzate artificialmente».

In questo modo, conclude Huber, «si porta a termine una delle piste più impegnative della Coppa del Mondo, con pendenze medie del 36% e un dislivello di 448 metri da quota 1.868 metri, percorrendo una lunghezza di 1.255 metri quasi tutti all’ombra di un fitto bosco. Circostanza che, come se non bastasse, è capace di renderla, particolarmente dura e spesso addirittura ghiacciata».

Articolo tratto da La Freccia