In apertura Gerace (RC) © Polonio Video di Daniele Sgura
Un angolo straordinario di Calabria, uno dei Borghi più belli d’Italia e Bandiera arancione del Touring club italiano. Si tratta di Gerace (RC), con la vicina spettacolare Villa romana di Casignana, raggiungibile in una quarantina di minuti. Fuori dalle rotte più trafficate del turismo e incastonata nel Parco nazionale dell’Aspromonte, la città offre ai propri ospiti la vista eccezionale del Mar Ionio e della Locride. La sua fortuna ha origine dalla particolare posizione che, come un nido di falchi, domina la costa ma anche le montagne.
Durante il Medioevo, il borgo divenne un centro di fondamentale importanza e punto di contatto e di scontro tra bizantini, arabi e normanni. Proprio sotto i normanni Gerace era chiamata “la città delle cento chiese”, numero destinato a crescere nel corso dei secoli fino a 128, secondo alcune stime.
La basilica concattedrale di Santa Maria Assunta, Gerace (RC) © Polonio Video di Daniele Sgura
Tra queste, da non perdere, la chiesa di San Francesco, in stile gotico, voluta dal re Carlo II nella metà del 1200 e considerata bene architettonico di interesse nazionale. Come scrive Francesco Maria Spanò, orgoglioso figlio di questa terra, nel suo libro Gerace. Città magno-greca delle cento chiese, «l’immenso paesaggio, ogni palazzo, ogni Chiesa e sinanche le pietre sembrano essere stati dipinti da artisti e tutta la città sembra affermare che qui è il paradiso d’Europa».
Uno dei simboli del borgo è la basilica con cattedrale di Santa Maria Assunta, l’edificio sacro più vasto della Calabria con i suoi 1680 m², autentico gioiello dello stile bizantino-normanno, consacrata nel 1045. Si deve ai normanni anche la costruzione dell’imponente fortezza, i cui resti si possono ammirare nel centro storico e alla quale si poteva accedere attraverso 12 porte e un ponte levatoio.
Diversi gli appuntamenti durante l’anno, come il festival Borgo incantato, a luglio, che vede protagoniste le suggestive grotte scavate nella roccia del Borgo Maggiore. Queste diventano l’occasione per gustare, in un’atmosfera unica, prodotti tipici come la pasta fresca con sugo di capra assieme a un ottimo bicchiere divino Greco di Gerace che rappresenta un’eccellenza dalle antiche radici.
I mosaici della Villa Romana di Casignana (RC) © Stefano Strati
Ed ecco l’altra perla: non lontano dal borgo, sulla litorale ionica, in contrada Palazzi, sorgono le rovine della Villa romana di Casignana, la piazza Armerina della Calabria, uno dei più grandi complessi di epoca romana dell’Italia meridionale, appartenuta a una famiglia patrizia molto importante, probabilmente legata all’attività vinicola.
Secondo Franco Crinò, assessore ai Beni culturali e paesaggistici del Comune di Casignana, nell’ultimo anno si è intensificato molto l’interesse dei media intorno alla Villa Romana e il numero dei visitatori si è moltiplicato. «Nella zona scavata, poi, difesi con tessuto, sono venuti alla luce nuovi mosaici mozzafiato».
I piani pavimentali, che richiamano stilisticamente quelli ritrovati nell’odierna Tunisia e in Libia (Tripolitania), costituiscono un unicum sul territorio calabrese. La villa aveva dimensioni incredibili, circa 12 ettari. La magnificenza dell’area padronale consiste negli stupendi pavimenti musivi e nella ricca decorazione delle pareti, abbellite da intonaci dipinti, mosaici in vetro multicolore e pregiati marmi di importazione.
Il nucleo di maggiore effetto è tuttavia rappresentato dal complesso termale, vero simbolo dell’aristocrazia romana, formato anche da una sala rettangolare lastricata in marmo colorato e un ninfeo monumentale con cisterne situato a monte. In un’altra pavimentazione si riconosce Bacco, con accanto un satiro, che ha il compito di sorreggere il Dio ebbro. Una divinità che a distanza di secoli continua a benedire queste terre ricche di tradizioni e vini eccellenti, che meritano sicuramente una visita.
«La villa romana di Casignana è uno dei tesori più belli che la Calabria possa offrire ai suoi visitatori. La testimonianza di un passato capace di sorprendere e affascinare», ha dichiarato Fausto Orsomarso, assessore al Lavoro, Sviluppo economico e Turismo della Regione. «Chi verrà sulla la splendida Costa dei Gelsomini, con le sue spiagge incontaminate e le atmosfere selvagge, potrà immergersi nella scoperta di meravigliose testimonianze del passato, da Locri Epizefiri ai mosaici dell’antica Kaulon, alla villa di Casignana appunto», spiega ancora Orsomarso.
«I preziosi siti archeologici di cui la regione è disseminata rappresentano alcuni dei marcatori identitari distintivi che fanno di questa terra un luogo unico e attrattivo. Non solo mare, montagna, bellezze paesaggistiche, ma anche storia, cultura, identità, sapori: una Calabria straordinaria capace di offrire emozioni ed esperienze uniche».
di Sandra Jacopucci
I rafioli – localmente chiamati rafiole, al femminile – sono dolci tradizionali di Gerace le cui origini si perdono nel tempo. Venivano offerti agli invitati, durante i matrimoni, da famiglie benestanti. La base è un composto simile al pan di Spagna preparato con uova, zucchero, farina bianca e buccia di limone grattugiata sbattuti a lungo a mano. Il biscotto veniva poi ricoperto da una bianchissima glassa realizzata con albume e zucchero montati a neve che rappresentava la purezza della sposa. La cottura era in forno a legna a una temperatura moderata, determinata per mezzo di un foglio di carta posto davanti all’apertura del forno: quando questo imbruniva i gradi erano giusti. Ancora oggi si usa servire questi dolci insieme a un passito di grande pregio, il Greco di Gerace.
Articolo tratto da La Freccia