In apertura, Panorama sul Tirreno da Cozzo Cervello (Cosenza), il punto più alto del Cammino
Una sensazione che riesce a cogliere chiunque arrivi in Calabria, anche per la prima volta, è che l’identità culturale e religiosa di questa terra sia strettamente legata alla figura di San Francesco di Paola. I segni che ha lasciato, piccoli e grandi, sparsi lungo il territorio sono stati veri e propri richiami per l’ideazione del Cammino, che noi amiamo chiamare “biografia su mappa”, perché composta dalla ricostruzione dei viaggi storicamente compiuti dal santo».
Con queste parole l’associazione Il Cammino di San Francesco di Paola, che ha creato e promuove questo percorso, incoraggia i pellegrini a intraprendere un’esperienza unica, capace di includere diverse chiavi di lettura: storia, spiritualità, natura e tradizioni, invitando i camminatori a “seguire il sole”, il motto che l’associazione ha coniato in omaggio allo stemma dell’Ordine dei minimi fondato dal santo.
Il monumento San Francesco in cammino di Monte Palazzello (Cosenza)
Quest’avventura a piedi, infatti, si propone come un viaggio escursionistico, culturale e spirituale plasmato sulla memoria storica e sulle tradizioni locali legate alla figura del patrono della Calabria, Francesco Martolilla. Nato nel 1416 a Paola, in provincia di Cosenza, morì nel 1507 a Plessis-lezTours, in Francia, al termine di una lunghissima e intensa vita, condotta in modo sobrio ed essenziale, scandita da digiuni, penitenze e preghiera, per la volontà di farsi eremita.
Sulle sue orme, il Cammino ricostruisce i viaggi intrapresi da Francesco così come la storia li ha tramandati e la tradizione custoditi. Il progetto comprende sei itinerari, ma attualmente ne sono percorribili due. La prima, la Via del giovane, inaugurata nel 2017, è un percorso medio-facile lungo 49 chilometri, da San Marco Argentano a Paola, e suddiviso in tre tappe, con un dislivello complessivo di circa duemila metri, che ripercorre i passi di Francesco giovanissimo. Sulle montagne paolane, dove ora sorge il santuario a lui dedicato, il santo condusse una vita molto austera e solitaria. Fino a quando non venne scoperta la grotta, luogo della sua spiritualità, che divenne meta di continui pellegrinaggi da parte di chi, attratto dalla sua fama di santità, accorreva per ottenere grazie e guarigioni.
La pietra del km zero al santuario di San Francesco di Paola (Cosenza)
La seconda è la Via dell’eremita, inaugurata nel 2018, ed è un tracciato bidirezionale: si può percorrere sia dal santuario di Paola a quello di Paterno Calabro sia viceversa, camminando per 62,7 chilometri divisi in tre tappe, con un dislivello totale considerevole di quasi tremila metri. Questo secondo percorso rappresenta il cammino esistenziale del frate non ancora 60enne, deciso a fondare il nuovo Ordine dei minimi. I suoi affiliati, che come Francesco si sentivano ultimi, rispettano una regola la cui originalità risiede nella presenza di un quarto voto.
Oltre a quelli di castità, povertà e obbedienza praticano il digiuno quaresimale perpetuo. Il primo viaggio che il santo realizzò con l’intento di affidare un territorio alla cura di una sua comunità giunse proprio a Paterno, dove venne costruito un convento ancora oggi abitato dai minimi.
Bosco di Cinquemiglia, Fuscaldo (Cosenza)
Il percorso totale, pertanto, sommando entrambe le vie, conta 112 chilometri lungo i monti della Catena costiera, la dorsale che si snoda parallelamente al litorale sul mar Tirreno, nella provincia di Cosenza. I due tracciati cominciano, si sviluppano e si concludono in luoghi dove la presenza di San Francesco è molto sentita anche per le tradizioni popolari e i numerosi segni riconducibili alla sua agiografia, custoditi con devozione dalla popolazione come testimonianze del suo passaggio.
Lungo il percorso si passa tra i santuari fondati da Francesco, luoghi di interesse culturale come la torre normanna di San Marco Argentano, il Museo etnografico di Cerzeto che custodisce la cultura arbëreshë, il monumento San Francesco in cammino di Monte Palazzello, il Museo dinamico della seta a Mendicino, oppure esempi unici della natura calabrese. Ecco quindi il castagno monumentale, noto come Patriarca di Kroj Shtikàn, con più di 700 anni, il faggio di San Francesco di oltre 600, la faggeta di Bosco Cinquemiglia e il cosiddetto laghicello, lago naturale a 1.135 metri di altezza sull’appennino paolano e, ancora, i pianori di Marano Principato e Marchesato.
Il Cammino di San Francesco di Paola si scopre come un percorso emozionante e sorprendentemente vario, dove la storia e la tradizione religiosa, le culture locali e le tipicità gastronomiche di una terra antichissima (imperdibili la melassa e altre specialità a base di fichi) sono valorizzate da un percorso strutturato e perfettamente segnalato. E dove l’ospitalità di un popolo vicino al suo santo lascia un segno indimenticabile nell’esperienza del pellegrino.
Articolo tratto da La Freccia maggio 2023
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