Sui calanchi di Montenero di Bisaccia (Campobasso)
È la penultima regione italiana per estensione e numero di abitanti: meno di 290mila persone popolano il Molise, di cui oltre 110mila risiedono a Campobasso, Termoli e Isernia. Lo spopolamento è croce e delizia di un territorio capace di offrire emozioni arcaiche proprio per la ridotta densità abitativa ma che in essa conferma la difficoltà ad andare al passo con i tempi. Circa 4.460 km2 per lo più immutati nei secoli, immersi in una natura vergine, rappresentano la meta ideale per chi è alla ricerca di esplorazioni fuori dall’ordinario. Per far conoscere a tutti questa piccola e remota regione ma anche per farla riscoprire ai suoi emigrati interpreti di un turismo delle radici, un gruppo di molisani residenti a Roma ha lanciato il progetto Cammina, Molise!
Era il 1995 quando 30 persone si riunirono in piazza del Campidoglio per andare a piedi fino a Duronia, in provincia di Campobasso. Festeggiarono così il primo anno del mensile La vianova, creato dall’associazione culturale La Terra per offrire visibilità alle forze più innovative presenti sul territorio e ragionare insieme su come rivitalizzare gli antichi borghi. Passo dopo passo, Cammina, Molise! ha portato migliaia di persone – provenienti anche dall’estero – a percorrere i sentieri della regione, toccando almeno una volta in 28 edizioni già realizzate tutti i 136 comuni che ne fanno parte.
Non servono requisiti particolari per partecipare a questo cammino-evento, se non la voglia di conoscere e di muoversi. L’organizzazione accoglie marciatori dalle caratteristiche più disparate, grazie a un folto numero di volontari e al supporto costante di pullman. Quest’anno i quattro giorni rituali vanno dal 3 al 6 agosto e le iscrizioni si chiudono il 15 luglio. Per ognuna delle quattro tappe la percorrenza si attesta tra i 10 e i 15 chilometri che vedono il dispiegarsi di «uno straordinario serpentone umano, fino a un massimo di 300 persone, una dietro l’altra». Parole di Giovanni Germano, fondatore e presidente dell’Archeoclub di Duronia e dell’associazione La Terra e coordinatore generale di Cammina, Molise!, oltre che autore dei due volumi del libro-testimonianza Un lungo cammino di rigenerazione, che ripercorrono la storia di questa appassionante epopea. «Ogni anno prendono parte all’evento famiglie, bambini e camminatori esperti di ogni età. Nell’ultima edizione, il più anziano aveva 89 anni».
Castropignano (Campobasso), visita al Castello d’Evoli (2017)
Tra i partecipanti anche suo figlio, Elio Germano, attore amato dal grande pubblico che non ha mai dimenticato le sue origini e «si dà un gran daffare soprattutto per l’allestimento del campo tendato, prediletto dai più giovani». Notevole rilievo è dato anche alla musica, al ballo e al canto, con la presenza di marciatori-artisti in simpatiche serate conviviali. «Dopo l’ingresso in paese», racconta ancora Germano, «si viene accolti dalla cittadinanza e dal sindaco per partecipare a una visita nel borgo a cura delle guide locali. La Pro loco predispone lunghe tavolate, imbandite di prodotti tipici spesso preparati dalle donne del paese. E ogni notte diventa una festa».
Oggi, alla soglia del 30esimo anniversario del Cammino, i sentieri già battuti costituiscono la memoria di una straordinaria rete, capace di abbracciare tutta la regione, collegando i suoi borghi. Un ruolo immancabile lo gioca, come ogni anno, il fascino dei tratturi, le “autostrade verdi” della transumanza larghe sino a 111 metri. E molti altri ingredienti restituiscono lo stupore per un territorio inaspettatamente ricco, lasciando in controluce le problematiche più significative per un futuro che ha sete dei nostri passi. E così, per l’edizione 2023 si attraversano i comuni di Mirabello Sannitico, Gildone, Jelsi, Baranello, tutti in provincia di Campobasso, di Sant’Elena Sannita e Macchiagodena, in provincia di Isernia, esplorando la vallata del fiume Biferno, con il tipico paesaggio scolpito dai paesini abbarbicati sulle colline, nota anche per formaggi, vino e olio.
Ci si addentra nei tesori archeologici del Sannio Pentro, con la visita a Monte Vairano e agli scavi di Fosso Pampalone a Macchiagodena. Seguono poi le tradizioni folcloristiche di Mirabello Sannitico e il Museo di comunità della festa del grano a Jelsi, che documenta il legame che gli abitanti hanno con la loro terra. Lungo il percorso si varcano le soglie del castello di Macchiagodena, del palazzo baronale
di Sant’Elena Sannita e del torrione angolare delle mura, a Gildone. Non mancano, inoltre, le tappe di fede che propongono la cappella e la cripta della Santissima Annunziata a Jelsi, la chiesa di San Michele Arcangelo e la chiesetta del Santissimo
rosario a Baranello o il monastero di Santa Maria Decorata a Gildone. Ci sarà tempo per entrare in contatto anche con il Museo del profumo di Sant’Elena Sannita e con il Museo civico di Baranello, in un territorio ricco nel campo dell’artigianato e della bioagricoltura.
«Se qualcosa ho capito in questi decenni da camminatore e da architetto», specifica Germano, «è che la vera ricchezza del patrimonio culturale, ambientale ed enogastronomico del Molise è ancora più sorprendente nelle aree interne». Il nuovo obiettivo è di portare consapevolezza ed equilibrio, affinché la ricchezza sia fruita da un flusso di “turismo mitigato”. «Non ci interessano i grandi numeri per tutto l’anno. Ci interessa ristabilire le giuste proporzioni economico- culturali tra la vita di campagna e quella di città». L’iniziativa sta ricevendo importanti riscontri anche all’estero: dal 2015 fino a marzo 2023 –saltando gli anni di fermo per la pandemia – si sono svolte sei edizioni di Cammina, Molise! in Argentina, andando a intercettare una delle principali destinazioni dei flussi migratori storici dalla regione al continente americano. «E così, come il turismo delle radici porta ogni anno i corregionali a camminare sulla nostra terra, all’estero si compie il tragitto inverso, per far sentire che il Molise sentimentale è molto più esteso».
Il progetto punta infatti alla ricostruzione di un tessuto umano, geografico ed economico, tanto che nel 2015 è stato insignito con la Medaglia di rappresentanza dal Presidente della Repubblica. Resta l’imperativo «Cammina, Molise! Ché la strada è lunga», da anni logo della manifestazione per fare da contraltare all’insensato slogan il Molise non esiste, divenuto virale sui social negli ultimi anni. «Vorremmo invece ribattezzare la regione come terra di cammino», conclude Germano, «simbolo di un desiderio di avanzamento collettivo e moderno ma capace di una forza antica, muovendo i giusti passi verso un futuro che ci riconosca».
Articolo tratto da LaFreccia