In apertura, Agerola (NA) © puchu/AdobeStock
«Qui, presto, vieni, o glorioso Odisseo, grande vanto degli Achei, ferma la nave, la nostra voce a sentire. Nessuno mai si allontana di qui con la sua nave nera, se prima non sente, suono di miele, dal labbro nostro la voce; poi pieno di gioia riparte, e conoscendo più cose. Noi tutti sappiamo, quanto nell’ampia terra di Troia Argivi e Teucri patirono per volere dei numi; tutto sappiamo quello che avviene sulla terra nutrice».
Ascolta il podcast a cura di Aldo Massimi
Così racconta Omero di Ulisse sedotto dal canto delle sirene, che si dimenava con tutta la sua forza, e Partenope, incantevole regina dei mari più di Leucosia e Ligea, che intonava melodie incantatrici. Siamo vicino all’Isola Li Galli (SA), proprio di fronte alla Costiera amalfitana - che nasce da quel primo insediamento a Scala, il più antico centro abitato della zona, oggi ancora incontaminato dal turismo di massa - dove si snoda il Sentiero degli Dei, un itinerario che permette di scoprire le meraviglie del territorio godendone i panorami, la natura e la storia.
Isola Li Galli (SA) © Chris/AdobeStock
Un percorso, da compiere almeno una volta nella vita, che sembra ancora attraversato dalle divinità greche impegnate a salvare Ulisse. Italo Calvino, con la sua semplicità poetica, lo racconta come «quella strada sospesa sul magico golfo delle Sirene solcato ancora oggi dalla memoria e dal mito». Si tratta di un paesaggio incontaminato: qui gli unici interventi dell’uomo sono le barriere protettive, per il resto l’intero percorso è frutto del lavoro della natura nei secoli. Uno spettacolo magico, mitico, che offre al camminatore la sensazione di essere sulla cima del monte Olimpo ai tempi di Omero.
Il sentiero è lungo circa 9 chilometri e parte da Agerola (NA) per terminare a Positano (SA): una camminata di circa sette ore. Si può scegliere il sentiero “alto” oppure quello “basso”, in base all’altezza in cui si sviluppa l’itinerario. Il primo inizia da Bomerano, nel comune di Agerola, termina a Santa Maria del Castello (NA) ed è leggermente più impegnativo per la presenza di molti tratti in salita, mentre il sentiero basso è quello che attraversa Nocelle, frazione di Positano, ed è più semplice.
Positano (SA) © IgorZh/AdobeStock
Camminare lungo questo percorso significa immergersi completamente nella macchia mediterranea, dove è possibile trovare piante di mirto, sacre agli Dei e particolarmente a Venere che, per sfuggire alla ferocia dei satiri, vi si nascose.
Terrazze panoramiche consentono di ammirare i Faraglioni di Capri, Punta Penna, l’Isola Li Galli, i Monti Lattari e magari riuscire a “sentire” l’ammaliante canto delle sirene o, per chi crede, la voce di Dio. Un paesaggio capace di ristorare la mente e il cuore: lo spirito viene rinnovato dalla bellezza naturale che, a causa del cambiamento climatico, rischia di diventare sempre più rara, qualcosa di cui abbiamo sentito parlare ma che ormai non esiste più.
Faraglioni di Capri (NA) © giumas/AdobeStock
Lungo il cammino si incontrano la Grotta Biscotto, il cui nome deriva dalla forma simile al pane biscotto, prodotto tipico di Agerola; i villaggi rupestri, strutture che hanno la particolarità di essere state realizzate direttamente nella roccia; e il “Pistillo”, uno sperone alla cui base si innalza una irta guglia di calcare. Un paesaggio naturale come questo non può che riportare alla mente i versi del Cantico delle creature di San Francesco: «Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba». Qui, cielo e mare si abbracciano cullati dal silenzio della natura.
David Herbert Richards Lawrence, scrittore, poeta, drammaturgo, saggista e pittore inglese, una delle figure più emblematiche del XX secolo e della letteratura anglosassone, descrisse questi luoghi con parole che, assieme a quelle di Calvino, resteranno le più belle mai scritte: «È questo il paesaggio che dall’alto del Sentiero degli Dei si apriva al nostro sguardo: è lo scenario di quell’estrema ansa della Costiera Amalfitana che guarda verso ovest, verso l’isola di Capri, quella costa ripida afosa, con le montagne cristalline ove si abbandonano gli Dei di oggi e si scopre di nuovo un sé perduto, mediterraneo, anteriore».
Articolo tratto da La Freccia
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