In apertura, Piazza Municipio con la cattedrale di San Nicolò, la chiesa di San Salvatore e il palazzo Ducezio, Noto (SR) © dalib0r/AdobeStock
Città arroccate, castelli normanni, campanili che svettano da cattedrali barocche in linee vorticose nell’azzurro cielo siciliano. E poi il mare, quello estremo, spinto a sud-est verso l’Africa. Ci si arriva seguendo le geometrie regolari dei muretti a secco, ideale quinta scenografica di un viaggio tra le province di Ragusa e Siracusa, nella regione delle «magnifiche civiltà eterogenee», come scriveva nel Gattopardo Giuseppe Tomasi di Lampedusa a proposito della Sicilia.
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RAGUSA, CITTÀ DORATA
Ragusa è una città doppia per via del terremoto che nel 1693 ha dato vita a due diversi insediamenti, uno in pianura e Ibla in collina, ma unica per il colore dorato che assume quando è percossa dal sole meridiano. Il paesaggio di Ibla appare di sera come un presepe estivo, con le sue chiese, il suo giardino antico nella parte bassa e le facciate di Palazzo Cosentini, espressione piena del barocco siciliano del ‘700. A pochi chilometri da Ragusa, sorge il castello di Donnafugata, sontuosa dimora storica della metà del XVII secolo. Prende il nome da una parola di origine araba, ain-jafat, che tradotta suona più o meno come “fonte della salute” e in siciliano diventa ronnafuata. Da ammirare l’elegante loggia esterna in stile gotico veneziano che troneggia nella facciata principale dell’edificio. Il tempietto circolare e il labirinto in pietra sono tratti distintivi della costruzione, immersa nel verde dei giardini all’italiana e del parco botanico.
Vista panoramica di Ragusa Ibla (RG) © pitrs/AdobeStock
DA MODICA A PUNTA CIRICA
Modica, città natale del poeta Salvatore Quasimodo, è conosciuta in tutto il mondo anche per il suo pregiato cioccolato: frutto di una lenta e paziente lavorazione artigianale a freddo, soprattutto nella versione grezza e fondente preserva integri i cristalli di zucchero. Tra le vie di questo gioiello urbanistico, incastonato nelle rocce iblee, svetta il duomo di San Giorgio, monumentale esempio di barocco locale. Ornato da una scalinata di 250 gradini, conserva al suo interno - suddiviso in cinque navate con stucchi e dipinti preziosi - le reliquie del santo guerriero che secondo la Legenda Aurea, raccolta medievale di biografie agiografiche, sconfisse il drago. Scicli è un altro capolavoro del barocco siciliano dove, in un paesaggio naturale di rara bellezza, spiccano la quattrocentesca chiesa di San Bartolomeo, immersa tra rupi e vegetazione, e il Palazzo Beneventano, uno dei monumenti più significativi del ‘700, con i suoi balconi scenografici dalle balaustre panciute e i mensoloni raffiguranti animali fantastici, mascheroni e buffe fisionomie umane.
A sud di Scicli, sempre nel ragusano, su un’alta scogliera nelle vicinanze di Punta Pisciotto, si erge la Fornace Penna, suggestivo monumento di archeologia industriale. Una volta fabbrica di laterizi, oggi è diventata luogo di memoria del passato. L’edificio, costruito all’inizio del ‘900 in calcarea pietra locale, si staglia con i suoi colori caldi contro il mare blu della frazione di Sampieri, meta del turismo lento e tappa fissa dei viaggi in camper. Proseguendo lungo la costa e superato il comune di Pozzallo, riconoscibile per la sua Torre Cabrera e famosa per la sagra del pesce la seconda domenica di agosto, si giunge ai faraglioni di Punta Cirica, una costa dentellata con falesie, grotte e archi marini dove ammirare il tramonto quando si adagia nel mare limpido del canale di Malta.
Il porticciolo di Marzamemi (SR) © Pixelshop/AdobeStock
IL LITORALE SIRACUSANO
Da qui, addentrandosi nella provincia siracusana, un’infilata di spiagge fantastiche, baie e insenature che arrivano nel punto più a sud della Sicilia: l’Isola delle Correnti, dove si incontrano, si increspano e si abbracciano le onde dei due mari, Ionio e Mediterraneo. Selvaggia e incontaminata, è raggiungibile anche a piedi attraverso una fine lingua di pietra che la unisce alla terraferma. Altre rive e calette si susseguono lungo la strada litoranea fino alla piccola località di Marzamemi, nel comune di Pachino. Marsà al hamen (Baia delle tortore) è il nome arabo di questo borgo marinaro avvolto dai freschi colori estivi delle barche dei pescatori e delle bouganville in fiore. Delimitata da due porti caratteristici, la Fossa e la Belata, Marzamemi è molto amata dai giovani siciliani. Nelle sere d’estate si ritrovano nella piazzetta principale dove si affacciano due chiesette dedicate a San Francesco di Paola, patrono del paese e quest’anno festeggiato il 17 agosto con la processione tra i vicoletti in pietra.
Lontana dalla mondanità di certe spiagge famose e immersa nel silenzio è la riserva naturale dell’Oasi di Vendicari, fascia costiera mediterranea che protegge una fauna migratoria unica, ricca di fenicotteri, aironi cenerini, garzette, sterne, gabbiani reali e altri uccelli di passo, qui in sosta. Uno stretto sentiero, non lontano dalla spiaggia sabbiosa, conduce all’antica torre sveva, alla tonnara e alle vasche di età ellenistica dove venivano pescati e lavorati tonni e sgombri che, dopo la stagione degli amori, cercavano la via di ritorno per il mare aperto. Risalendo la costa sudorientale, tra ginestre e pale di fichi d’India, il mare turchese incontra la spiaggia di Calamosche. Ideale per snorkeling e immersioni, fa parte del sito archeologico di Eloro, che prende il nome dall’antico insediamento greco dell’VIII secolo a.C., avamposto degli interessi siracusani e poco distante dalla foce del fiume Tellaro.
La spiaggia di Calamosche, Oasi faunistica di Vendicari (SR) © Andrea I © Ludovic Marin/GettyImages zzotti/AdobeStock
NOTO, CAPITALE DEL BAROCCO
Un palcoscenico a cielo aperto: così appare la città di Noto, vera capitale del barocco nell’isola e Patrimonio mondiale dal 2002 insieme alla valle che la circonda. Si entra nel centro storico dalla Porta Reale, grande arco di trionfo dell’800, e tutta la via principale, tempestata di chiese, palazzi e costruzioni antiche, è un’esplosione d’arte espressiva. Attraversata piazza Immacolata con la chiesa di San Francesco d’Assisi, si arriva nella più imponente piazza del Municipio, delimitata a sinistra dalle linee curve della facciata di Palazzo Ducezio, famoso per il salone degli Specchi. Dirimpetto spicca l’ampia scalinata di San Nicolò, la cattedrale di Noto sorretta dai due campanili laterali. Due volte l’anno la città è attraversata dalla maestosa processione di San Corrado, il 19 febbraio e l’ultima domenica di agosto, che quest’anno cade il 28. Le reliquie del santo patrono vengono portate lungo le strade centrali, accompagnate dai portatori di cilii, i grandi ceri che un tempo erano simbolo delle famiglie nobiliari netine.
Articolo tratto da La Freccia
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