In apertura, il Parco nazionale del Pollino
Camminare, voce del verbo conoscere. È con questo invito alla scoperta che viene inaugurato il Sentiero Calabria: 654 chilometri tra natura e spettacolari geositi, boschi verde scuro, santuari e borghi dall’architettura archetipica, testimoni di una storia culturale antica come il bacino del Mediterraneo. Per scoprire questa terra, nasce uno dei più imponenti cammini di tutto il Sud Italia, che attraversa una delle più sorprendenti regioni del nostro Paese, capace di donarci emozioni arcaiche.
Un progetto creato dalla Regione Calabria con gli enti dei Parchi nazionali del Pollino, della Sila e dell’Aspromonte, insieme al Parco naturale regionale delle Serre, per valorizzare le aree di maggiore valenza naturalistica, attraverso la promozione di un turismo al passo con i tempi in termini di sostenibilità, tradizioni e accessibilità.
Dal mare alla montagna in un susseguirsi di paesaggi unici, che trovano la loro peculiarità in una varietà estrema e imprevedibile. Proprio come scrisse Guido Piovene nel 1957, sulle pagine di Viaggio in Italia, «è certo la più strana tra le nostre regioni. Nelle sue vaste plaghe montane talvolta non sembra d’essere nel Mezzogiorno ma in Svizzera, nell’Alto Adige, nei paesi scandinavi. Da questo Nord immaginario si salta a foreste d’olivi, lungo coste del classico tipo mediterraneo. Vi si incuneano canyon che ricordano gli Stati Uniti, tratti di deserto africano e angoli in cui gli edifici conservano qualche ricordo di Bisanzio».
Riserva naturale Gole del Raganello nel Parco nazionale del Pollino (CS)
Sono passati 65 anni dal racconto di Piovene, eppure quel viaggio non è distante dalle suggestioni proposte dal Sentiero Calabria: natura incontaminata, paesaggi a picco su panorami d’acqua e di terra, torrenti dallo scorrere impetuoso, spettacolari architetture geologiche. Luoghi intrisi di una vita millenaria che riportano al senso etimologico della costa ionica calabrese, anticamente chiamata proprio Italia, appellativo con cui in seguito l’imperatore Augusto volle identificare l’intero Stivale, segno evidente di quanto la Magna Grecia rappresentasse il cuore pulsante della cultura mediterranea.
La varietà di ricchezze naturali suggella questo primato: grazie ai suoi grandi parchi e alle numerose aree protette, la terra bruzia è uno scrigno di tesori ambientali e antropologici dal fascino incomparabile, che disegnano un territorio talvolta impervio e impraticabile, talvolta accessibile e benevolmente complice.
Il Sentiero Calabria nasce dall’idea di collegare l’intero territorio con un unico cammino costituito da 35 tappe, che ripercorrono il tratto regionale del Sentiero Italia, il più lungo dei cammini nazionali con i suoi settemila chilometri di tracciati marcati dai segni biancorossi del Club alpino italiano (Cai). Un tragitto escursionistico che percorre longitudinalmente la regione, collocandosi sulla dorsale calabrese di riferimento, arteria principale entro cui scorre la linfa di questa terra.
Le aree principali toccate sono quattro, partendo dalla punta estrema della regione sino a risalire al confine con la Basilicata. La prima è occupata dal massiccio dell’Aspromonte, un’isola sulla terraferma che si erge improvvisa e imponente tra Ionio e Tirreno. Qui la natura vive di straordinarie opposizioni, offrendo differenti visioni da un versante all’altro: aspra e selvaggia sul lato ionico, verdeggiante e umida sul Tirreno, in un intenso susseguirsi di pianori, valloni, pendii scoscesi, forre e cascate.
Parco nazionale dell'Aspromonte (RC) © Antonio/AdobeStock
Si risale dunque fino al comprensorio delle Serre, che rientra nel segmento di Appennino calabrese interposto tra Aspromonte e Sila. Un gruppo montuoso articolato e di elevata valenza paesaggistico-naturale compreso in un vasto altipiano che digrada verso il mar Ionio a oriente e lo spartiacque del bacino del fiume Mesima a occidente, impegnando lo sguardo dai 400 metri di altitudine fino ai 1423 sopra il livello del mare del monte Pecoraro.
Tipici di qui i corsi d’acqua vivaci e traboccanti, o le strettissime gole che aprono la vista a una serie di cascate impressionanti, come quelle del Marmarico con oltre 90 metri di salto. Maestoso lo spettacolo dell’habitat rupestre dei monti Mammicomito e Consolino, notevole il gruppo del Crocco e il monte Seduto, anfiteatro di rocce e boschi che avvolge le valli dei fiumi Metramo, Fermano e Marepotamo.
Nel cuore della Calabria si trova la Sila, altopiano il cui territorio viene comunemente suddiviso in Greca, Grande e Piccola, estendendosi per 1700 chilometri con un’altitudine media superiore ai 1300 metri. La descriveva così lo scrittore britannico Norman Douglas: «È un venerando altipiano granitico che si ergeva qui quando gliorgogliosi Appennini sonnecchiavanoancora sul letto melmoso dell’oceano. Se non fosse per la mancanza dell’erica con le sue caratteristiche sfumature violacee, il viaggiatore potrebbe credere di essere in Iscozia. Troviamo lo stesso piacevole alternarsi di boschi e di prati, gli stessi enormi massi di gneis e granito, la stessa esuberanza di acque vive».
Lungo il confine nord della Calabria, prospiciente la Basilicata, si estende il Parco nazionale del Pollino. Quasi duemila chilometri di meraviglia naturale, comprendente ben 56 comuni. Un territorio composto da numerosi rilievi che si innalzano fino alle quote più elevate dell’Appennino meridionale: i monti dell’Orsomarso, il monte Alpi e l’omonimo massiccio del Pollino, costituito da cinque cime tutte al di sopra dei duemila metri, di cui Serra Dolcedorme (2267) tocca la vetta più alta dell’intero Appennino meridionale. Paesaggi arricchiti dai colori di rocce magmatiche e carbonatiche, circhi glaciali, accumuli morenici, inghiottitoi, massi erratici, grotte e gole.
Parco nazionale della Sila (CS)
Non ci resta, dunque, che ripercorrere nella sua interezza tutto l’itinerario, che tocca luoghi nella maggior parte dei casi ignoti al turismo di massa. La parte relativa al Parco nazionale dell’Aspromonte prende avvio da Reggio Calabria per lambire tutta la sua provincia: Gambarie, la cima di Montalto, Polsi e San Luca, comprendendo l’eventuale deviazione per Santa Maria, poi proseguendo per Piani di Zervò, Villaggio Moleti, Canolo, la frazione Limina, quindi Passo di Croce Ferrata.
Da qui, cominciano le tappe nel Parco naturale regionale delle Serre, che passano per Fabrizia, Mongiana e Serra San Bruno, in provincia di Vibo Valentia, e arrivano fino a Torre di Ruggiero (CZ). Si attraversa dunque il Parco Nazionale della Sila, da Camigliatello Silano a Spezzano Piccolo, proseguendo per la cima di Botte Donato, Lorica e Caporosa, in provincia di Cosenza, e poi Villaggio Buturo e Villaggio Mancuso (CZ).
Infine, risalendo la dorsale calabra, si raggiunge il Parco nazionale del Pollino, camminando dal Piano di Novacco a Morano Calabro (CS) e poi a Colle Gaudolino (PZ), presentando a seguire una serie di opzioni: si può scegliere se andare dal Santuario della Madonna del Pettoruto a Piano di Lanzo, oppure da Sant’Agata d’Esaro al Santuario della Madonna del Pettoruto, o anche da Passo Scalone a Sant’Agata d’Esaro, tutti in provincia di Cosenza, quindi proseguire da Passo Scalone a Pietrabianca (RC), fino a Cinquemiglia (CS) o Passo Crocetta, terminando infine sull’altopiano di Monte Cocuzzo (CS).
Sono 654 chilometri che, in realtà, rappresentano l’incipit di un progetto ancora più esteso, volto a realizzare una rete di connessioni capaci di rappresentare in modo capillare la mappa sentieristica di tutta la regione, sino a toccare la cifra record di 1600 chilometri di sviluppo, da percorrere rigorosamente a piedi.
Articolo tratto da La Freccia
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