Alpe di Mera è una località tutta da scoprire. Siamo nel comune di Scopello, in Alto
Piemonte, a pochi chilometri dalle grandi città del nord-ovest, appena 140 chilometri da Milano e 150 da Torino, nel cuore della Valsesia. È qui che sorge un piccolo villaggio a 1.500 metri di quota, incorniciato dalla veduta mozzafiato del Monte Rosa.
D’inverno per arrivare a Mera ci sono solo due possibilità: la seggiovia o, a
impianti chiusi, la motoslitta a cura dei ristoratori. Quindi, chi vuole trascorrere
una vacanza quassù deve prepararsi a dimenticare l’auto per immergersi nella
totalità del silenzio bianco, dando un taglio netto a tutto ciò che troppo spesso inquina la pace delle vacanze invernali.
L’Alpe di Mera, infatti, è una località appartata ma nello stesso tempo accessibile
e sicura. Nonostante il caldo record di questi ultimi mesi, l'ottimale esposizione a nord garantisce comunque il mantenimento della neve, facendo di queste alture il luogo ideale per una vacanza intima in coppia, per una rigenerante settimana bianca a dimensione familiare o per far muovere ai bambini i primi passi sul manto candido,
lontano dai pericoli della città.
Un luogo che storicamente nasce come uno dei più vasti alpeggi estivi
della Valsesia, divenuto poi stazione sciistica e di villeggiatura, punteggiato
da un rado abitato di seconde case. D’inverno, si esce con gli sci direttamente
dalle abitazioni, affacciate sulle piste, oppure soggiornando presso il mitico Rifugio Camparient, l’unica struttura adibita al pernottamento, ideale per chi è alla ricerca di una proposta lontana dal turismo di massa.
Gli sciatori possono ristorarsi con un gustoso piatto tipico anche in baita, a
La Capanna o a Il Campo, mentre per piatti che sposano tradizione e inno-
vazione c’è il Bar Piero, aperto tutto l’anno. L’après-ski più festaiolo è al Boschetto e, per godere i prodotti genuini del territorio, immancabile è la tappa all’agriturismo La Casera bianca.
Uno scorcio immacolato dell'Alpe di Mera
A Mera ci sono inoltre tre scuole di sci, tre sci-club e un attrezzato punto di noleggio, quanto basta per potersi dedicare alla neve e a una vacanza unica nel suo genere.
La storia sciistica della località racconta di una delle prime stazioni invernali realizzate in Italia, che ha cominciato ad affermarsi a livello turistico negli anni ‘50, grazie all’inaugurazione della seggiovia Scopello-Mera che rese accessibile l'alpeggio non solo a piedi.
La più importante opera di modernizzazione del comprensorio si deve ai fondi messi a disposizione per le Olimpiadi invernali di Torino 2006, che consentirono di implementare gli impianti di innevamento e realizzarne nuovi di risalita. Dal 2018, inoltre, fa parte delle stazioni satellite del Comprensorio Monterosa Ski. Oggi la località sciistica è in continua evoluzione, con l’ampliamento e la differenziazione
dell’offerta e una particolare attenzione alla sicurezza.
Dai 659 metri d’altezza dell’abitato di Scopello sino ai 1.742 metri del Monte
Camparient, la ski-area di Mera si sviluppa su 30 chilometri di piste, con
percorsi morbidi e piacevoli, ideali per principianti e appassionati di sciate
in tranquillità. Il claim di questo gioiello incastonato nelle Alpi Pennine, meta ideale per le famiglie, è infatti “la montagna che ti accoglie”. E se ai bambini sono dedicati due grandi parchi giochi in legno fruibili sia d’inverno che d’estate, agli adulti si consigliano anche rigeneranti passeggiate con le ciaspole sui numerosi percorsi, in solitudine o accompagnati da una guida.
E poi c’è il bob, divenuto il simbolo di questo luogo, grazie alla celebre gara
che si tiene annualmente dal 1998: la Mera’s Cup. Nata per gioco grazie a un gruppo di amici, assidui frequentatori dell'Alpe, che dai primi anni ’90 si divertivano a scendere in bob fino a Scopello dopo una giornata di sciate, il 14 febbraio 1998 ottenne una veste
più ufficiale.
E così, dopo quella prima edizione con 48 partecipanti, i concorrenti della Mera’s Cup sono aumentati di anno in anno fino ai 200 di oggi, rendendola tra le gare di bob amatoriale più frequentate a livello internazionale, che il 4 marzo si svolge per la 22esima volta.
La stazione sciistica di Alpe di Mera
Nella stagione estiva, invece, dall’Alpe partono numerosi itinerari escursionistici
da percorrere a piedi o in mountain bike. Una delle gite più classiche è la salita alla Cima d’Ometto, raggiungibile in un’ora circa di cammino, che offre un magnifico panorama a 360 gradi. Anche d’estate il villaggio preserva le sue caratteristiche a profondo contatto con la natura: le piste si trasformano in verdeggianti pascoli per il bestiame e le automobili restano fuori dell’abitato.
Per questo a Mera si respira ancora oggi l’aria di un tempo, come testimoniato
dai toccanti diari di fine anni ’40 raccolti dalla Pro Loco: «Si arrivava a Varallo con il primo treno da Novara. Qui ci caricava un simpatico personaggio, Francesco Carpo, detto Cicot, il quale ci portava su un’automobile Itala sei cilindri, anche in sei o sette, con sacchi da montagna e attrezzatura sciistica fino a Scopello. Salivamo a piedi in due ore a Mera e ci installavamo nel rifugio annesso alla chiesa. Con pelli di foca e tanta gioventù, salivamo al Talamone (così si chiamava allora la punta Camparient) e all’Ometto per cinque o sei giorni, poi... fine delle vacanze e ritorno agli studi, pensando già alle future vacanze pasquali ed eventualmente a qualche ponte».
Memorabile anche il racconto della costruzione della seggiovia di collegamento
tra Scopello e l’Alpe: «L’episodio più eroico fu quello che si verificò quando si dovette stendere la fune e portare il capo fino a Mera... aveva una lunghezza di circa 5.000 metri, un diametro di 26 mm e un peso di circa 200 quintali. Percorsi tutta la Valsesia per trovare uomini. Ne racimolai un centinaio. Si sparpagliarono lungo i 2.400 metri circa di linea e cominciarono a tirare risalendo la china... dopo il primo giorno tutti gli uomini avevano le mani sanguinanti ed escoriate. Il 9 agosto 1949 l'impianto cominciò a girare per servizio da Scopello a Mera. L'inaugurazione con folta partecipazione di pubblico ebbe la presenza dell'onorevole Giulio Pastore e la madrina, la signorina Sandra Botto, tagliò il fatidico nastro».
Ne è passata di storia dai pionieri dello sci del 1949, ma a Mera l’atmosfera è rimasta la stessa. Qui sciare è senza tempo.
Articolo tratto da La Freccia di febbraio 2023
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