Atmosfera, fascino, un comfort fatto di piccoli e grandi dettagli di un viaggio che riprende il suo significato più intimo e profondo. Un mondo a parte quello del “vagone letto”.
Questo mezzo di trasporto assolutamente particolare debutta negli Stati Uniti nel 1839, quando la Cumberland Valley Railroad inaugura il primo servizio letti su un treno tra le città di Chambersburg e Harrisburg in Pennsylvania. Un servizio sviluppato sempre negli Stati Uniti dalla Pulmann Company fino alla metà del ventesimo secolo.
In Europa questo servizio viene inaugurato nel 1872 dalla “Compagnie des wagons lits”. Nel corso dei decenni i vagoni letto compaiono nelle offerte di viaggio di tutte le principali compagnie in numerosissimi Paesi del mondo.
Oggi dopo un periodo di minore utilizzo sono tornate a rappresentare una modalità di viaggio di grande comfort, comodità decisamente indirizzata alla sostenibilità. La divisone Intercity mette a disposizione una ampia gamma di tratte e di proposte per passare la notte in treno e risvegliarsi riposati, pronti alla giornata nella stazione ferroviaria di destinazione. La comodità e la fruibilità compie grandi passi in avanti, rappresentando il progresso del comfort.
Il vagone letto è, inoltre, uno dei protagonisti di numerose pellicole cinematografiche, tutte le grandi attrici e i grandi amoro si sono trovati, per una ragione o per altre a recitare su di un vagone letto, scelto da celebri registi per inquadrature di grande fascino. Dall’esilarante condivisione della cabina tra Totò e l’onorevole Trombetta con Mario Castellani e Isa Barzizza, al drammatico “Vagone letto per assassini” di Costa Gravas con una intensa Simone Signoret. Da Alberto Sordi ad Aldo Fabrizi con “Signori in carrozza” diretto da Luigi Zampa nel 1951. E poi, come dimenticare il viaggio in vagone letto del ragionier Ugo Fantozzi al seguito del mega direttore generale il “Duca Conte Semenzara”.
Storia ferroviaria e citazioni cinematografiche, ricordi del passato e visione del futuro si rincorrono nella mente al solo salire il gradino per accedere in carrozza.
Veniamo dunque al racconto del mio viaggio.
Il mio Intercity Notte ICN 1963 è pronto al binario 20 della Stazione Centrale di Milano, mentre mi avvicino viene raggiunto da numerosi passeggeri (i treni notturni hanno un’altissima percentuale di utilizzo, scelti sempre di più per percorrere lunghe distanze). E quell’atmosfera di cui si parla è subito palese, chi sale sul treno notturno affronta un viaggio particolare e affascinante, che riporta indietro nel tempo e fa parte del vissuto di moltissimi di noi. Da chi, con qualche anno in più, racconta di quando lo prendeva da giovane, sempre per la stessa destinazione, a chi, più giovane, ne ha scoperto la bellezza. Ma per tutti, quel salire a bordo e trovare il proprio letto pronto, proprio come in un grande albergo, è rassicurante, un gesto di benvenuto, una coccola.
Carrozza 2 cabina 8: il mio indirizzo fino a domani. La cabina è accogliente, spaziosa e dotata di ogni comfort, ho scelto infatti il livello “Excelsior” e ne vale davvero la pena. Una comoda poltrona blu, da viaggio, accanto al finestrino, il letto di fronte già preparato per la notte con cuscino e federa accuratamente protetti da una busta con certificazione di effettuata disinfezione. Ma dobbiamo dire che la vera “chicca” di questo livello di sevizio è il bagno privato con tutto il necessario, inclusa una doccia.
E alle attenzioni dedicate alla notte da trascorrere a bordo, si aggiunge un comodo kit da viaggio con tutto il necessario per prepararsi alla giornata successiva, dallo spazzolino da denti al rasoio monouso.
Dal finestrino si può ammirare, come da ogni treno, un bellissimo film che vede protagonista il nostro Paese: il verde della campagna, i centri abitati, le stazioni ferroviarie scorrono davanti a me mentre la luce del tramonto lascia spazio alla sera.
Da Milano si passano Pavia e Voghera e poi si scende a Genova, da lì a La Spezia e, a seguire, la linea tirrenica fino a Firenze. Poi una tratta unica in piena notte per arrivare a Salerno. E ancora si scende nella meravigliosa terra del sud.
E poi c’è quello sguardo tutto particolare sull’Italia addormentata, nelle stazioni si passa sui binari laterali, quasi in punta di piedi per non disturbare.
Bussa alla porta della cabina il gentilissimo personale di bordo, la gestione è del gruppo Elior, e porta il benvenuto della casa: un Prosecco o un Aperol Spritz e snack salati, cui si aggiunge acqua e altre piccole golosità. Il tempo trascorre piacevolmente .
Ad occuparsi dei passeggeri durante questo viaggio sulle prime due carrozze sono Luigi Di Virgilio, 37 anni di servizio sempre sui vagoni letto “anche le linee internazionali quando ho iniziato era il 10 aprile ‘86, molto è cambiato da allora, ma provi sempre la soddisfazione di offrire un servizio di qualità” racconta con passione. Con lui, in servizio questa notte, Antonio Simonetti: “Un lavoro che ti consente di conoscere tante persone e luoghi nuovi, viaggiare per lavoro è sempre un’esperienza in più”. E qui ancora una volta il fascino dei ricordi è tangibile.
Bello transitare in Liguria da Genova a La Spezia attraversando le Cinque Terre, poi si scende verso Firenze e da lì senza sosta fino a Salerno dove inizierà ad albeggiare.
Se non chiudete del tutto la tenda oscurante della cabina, io faccio così, l’alba si farà viva dal finestrino, con qualche scorcio di azzurro del mare: uno spettacolo.
La mattina scorre lungo la meravigliosa costa, prima il Cilento, a seguire Palinuro, Maratea, Rosarno. Lungo la linea ferroviaria che, a tratti, pare correre in spiaggia.
Mentre lo sguardo è sul mare, ecco giungere il vassoio con la colazione composta da ciò che ho scelto la sera prima e comunicato al personale.
Caffè espresso, brioche, fette biscottate e marmellata. Cui si aggiungono due quotidiani cartacei, anche qui un certo fascino vintage. Per la cronaca sono “Libero” e “Il Corriere della Sera”.
Poco prima delle undici eccoci a Villa San Giovanni, la mia meta. L’Intercity notte che ho appena lasciato, raggiungerà Siracusa alle 15,48. Buon viaggio
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