A Lecce, il barocco salentino discende dagli ambienti spagnoli, e dagli Arabi andalusi. Molte sono le leggende sulla fondazione della città che sorge su un antico insediamento messapico e nel corso della sua storia ha visto il passaggio di diversi popoli che hanno contribuito al suo sviluppo artistico e culturale.
A pochi passi dalla stazione, il Museo Ferroviario della Puglia offre un viaggio nel tempo attraverso locomotive e carrozze storiche, realizzato dall’Associazione Ionico Salentina Amici Ferrovie (AISAF Onlus), sorge nelle ex officine “Squadra Rialzo” rimaste in funzione fino al 1992.
Il centro storico, invece racconta la storia della “Signora del Barocco”: Porta Rudiae, riedificata nel 1703, è una delle antiche porte della città. Situata nella parte orientale è chiamata così perché guarda verso l’antica città di Rudiae, patria del poeta latino Quinto Ennio. Nel 1656 venne trasformata in un monumento dedicatorio a Sant’Oronzo. Ai lati, sorgono le statue di Santa Irene e San Domenico insieme ai busti dei fondatori di Lecce: Melennio, Dauno, Euippa e Idomeneo. Infatti, secondo la leggenda, Lecce fu fondata da Malennio, che fu il suo primo re.
Proseguendo, si arriva in Piazza Sant'Oronzo, insieme all’Anfiteatro Romano, al sedile cinquecentesco, detto anche il Palazzo del Seggio e alla colonna di Sant’Oronzo, una struttura di 29 metri dedicata al patrono di Lecce, che salvò la città dalla peste del 1600. In passato Piazza la piazza era chiamata “Piazza dei Mercanti” e dove ora sorge l’anfiteatro romano si sviluppavano botteghe e attività mercantili. Qui, intorno alla vecchia planimetria della piazza, le strade conservano i nomi dei mestieri di una volta, “via dei Figuli” racconta la storia degli artigiani della ceramica, in “via delle Beccherie Vecchie” un tempo si lavorava la carne e in “via Di Biccari” sorgevano le botteghe degli orefici.
Percorrendo via dei Templari, si arriva alla Basilica di Santa Croce, simbolo per eccellenza del Barocco Leccese. Sul rosone, nascosti tra le decorazioni e gli intarsi, le faccine di Santa Croce, che si confondono con le altre decorazioni: sei volti, tra cui quella dello scultore Giulio Cesare Penna.
Infine, prima di tornare in stazione non può mancare una visita alla Chiesa di Santa Chiara: il controsoffitto in cartapesta è un’opera singolare in tutta la Puglia e il più grande in Italia: 300 moduli in cartapesta a cui lavorarono le botteghe vicino la chiesa, nella strada che prende il nome di “via Arte della Cartapesta”. Infatti, tra le lavorazioni tipiche della città c’è la cartapesta, che si diffuse nel 1600 per richiamare al culto i fedeli. La cartapesta permetteva di produrre immagini sacre a prezzi contenuti e dal ‘700, Lecce divenne uno dei maggiori centri per la lavorazione di cartapesta, con una tradizione che viene tramandata ancora oggi.
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