Villa Maria è circondata da un parco di cinque ettari, una sorta di giardino botanico di rara bellezza, che cela, ma bastano pochi passi per scoprirli, due piccoli vigneti le cui uve regalano, dopo la sapiente lavorazione dell’uomo, l’Amarone. Siamo a Negrar, cuore della Valpolicella, dove la famiglia Sartori produce i suoi vini. La villa fu acquistata da Pietro Sartori, bisnonno di Andrea, oggi alla guida dell’azienda insieme al fratello Luca, dai conti Murari Brà, nobile famiglia veronese.

 

“Ho avuto la fortuna di conoscere mio bisnonno - racconta Andrea passeggiando per il parco con il suo fedele sigaro tra le dita, uomo rude, ma a tratti dolce con noi ultimi due nipotini. Ricordo ancora il camion dei pompieri di latta che mi portò dalla Liguria dove era solito svernare, un gesto che capovolgeva la sua figura austera e un poco burbera. Ma fu mio nonno, Regolo, strappato alla vita a poco più di 55 anni, per questo non lo conobbi, a decidere che i Sartori avrebbero prodotto vino e vino buono, il migliore possibile”. 

Guarda la video intervista ad Andrea Sartori:

Così cominciò l’avventura vinicola di famiglia. Interrotta dalla seconda guerra mondiale, durante la quale la villa divenne un comando dell’esercito tedesco che la fece esplodere durante la ritirata. Per questa ragione la cantina tornò produttiva solo all’inizio degli anni ‘50. Un racconto vivo e attento quello di Sartori mentre indica, nel parco, la serra “Voluta da nonna Fernanda, appassionata di giardinaggio”. 

 

Poi scendiamo in cantina tra la parte più antica e e le successive ristrutturazioni ed ampliamenti. Eleganti e minimaliste le vasche in cemento, tutt’ora utilizzate. Inserite nelle pareti compongono una sorta di corridoio che porta alla bottaia, dove riposa l’Amarone. Nella parte di cantina riservata alla “Libreria delle diverse annate” Sartori indica una bottiglia coperta da pesanti incrostazioni del tempo. “Ne abbiamo scovate quasi un centinaio all’interno del rifugio antiaereo dove i nonni si rifugiavano per scansare le bombe. Sono di Recioto della Valpolicella”. Passione e dedizione verso la propria terra e i suoi vigneti, sono le parole d’ordine dei Sartori, che riescono a mantenere intatta l’alta qualità dei vini, seppur raggiungendo ragguardevoli numeri produttivi.

Grande identità nei vini Sartori, che si esprime nella pienezza sofisticata dell’Amarone, possente e dotato di eleganti sentori della parte appassita, rotonda presenza al palato e carattere spiccato nella lunghezza e persistenza del sorso. Come nel Reius, Amarone dalle note spiccate e avvolgenti di frutta rossa. 

 

Ottimo equilibrio e godibile struttura per l’Amarone “I Saltari” dal vigneto di Turano, la composizione con 60% Corvina, 20% di Rondinella e il restante 10 e 10 di Corvinone e Croatina, consegna al naso e al palato un Amarone che non si dimentica facilmente. Il Montegradella, Valpolicella Classico Superiore, si presenta armonico e ben declinato con intriganti note speziate e una beva di bella soddisfazione.

Notevole e di grande talento il Bianco Veronese igt da uve Garganega “Marani” dedicato a nonna Fernanda, una donna di forte spirito, la cui bellezza e personalità si rispecchiano nell’eleganza di questo vino, si legge nella dedica scritta sull’etichetta. Eccolo lo spirito che consente ad una famiglia di proseguire nel solco di chi ci ha preceduto e consegnare valori e bellezze a chi viene dopo di noi.