Giovanni Battista Cantele, nato a Pramaggiore (VE), era commerciante di vino a Imola e scendeva in Puglia per comprare quello sfuso. Un giorno Teresa Manara, nata a Imola, incrociò lo sguardo di quel giovane volenteroso e se ne innamorò. Quando lo accompagnò a Lecce, il colpo di fulmine colpì entrambi e la decisone fu immediata: quella terra sarebbe stata la loro terra. Fu poi il figlio Augusto, dopo gli studi di enologia a Conegliano e un periodo di lavoro in Veneto, a fondare, insieme al fratello Domenico, nei primi anni ‘90, la Cantina Cantele.
Oggi sono Gianni, Paolo, Umberto e Luisa, nipoti di Giovanni Battista a guidare e sviluppare la Cantele. Un’azienda che conta 200 ettari, sia di proprietà che in conduzione, coltivati secondo i principi dell’agricoltura integrata volontaria, con costante monitoraggio dei parametri delle condizioni ambientali e del terreno.
Ricerca e sviluppo sono un’obiettivo costante, con collaborazioni con ISPA-CNR, la Facoltà di Agraria dell’Università di Bari ed esperti agronomi i cui sforzi mirano alla prevenzione dell'insorgenza delle principali avversità della vite e al loro contrasto attraverso l’utilizzo preferenziale di mezzi agronomici, fisici, biologici e biotecnologici.
La cura del terreno e dei vigneti è una strada molto efficace per raggiungere l’alta qualità dei vini ed è quella che i Cantele hanno imboccato fin dal 2004. La coltivazione presenta principalmente vitigni locali come Negroamaro, Primitivo, Susumaniello e Fiano del Salento. Lo Chardonnay che dona eleganza e carattere, espressione della capacità della terra pugliese di accogliere un vitigno, donandogli identità locale. La Malvasia, capace di restituire il carattere del Salento e le sue mineralità, la Verdeca che esprime nel calice il sole d’agosto, i sentori aromatici, le erbe della macchia mediterranea.
Da non perdere e avvicinare con affetto, lo Chardonnay dedicato a Teresa Manara, moglie, mamma e nonna. Una donna che ha segnato la traccia dell’amore espresso per la Puglia, da chi non era del Sud. Fenomeno particolare, eppur straordinariamente forte, quando accade. “L’estate finirà più tardi e il calore del sole ci ricorderà che vale la pena aspettare ciò per cui batte il cuore”, sta scritto sull’etichetta.
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