San Giorgio, i lattai, i pastori, il Pan de Mej, elementi così differenti hanno in comune una data, il 24 aprile, giorno di San Giorgio, e una leggenda milanese, come è possibile leggere nel volume Le leggende di Milano di Giorgio Mauri.

 

La Leggenda di San Giorgio che tutti conosciamo è quella del drago. Siamo in Libia, dove gli abitanti di un villaggio per tener tranquilla la bestia le sacrificavano due pecore al giorno, fino a quando le pecore scarseggiarono e iniziarono a sacrificare un solo animale e una persona estratta a sorte. Un giorno toccò alla figlia del Re, la quale accettò il sacrificio. Ma Giorgio, un cavaliere crociato che si trovava da quelle parti, in nome di Dio, affrontò il drago e lo uccise. La principessa divenne l’allegoria della Chiesa e San Giorgio protettore delle Crociate.

 

Ma veniamo alla seconda leggenda in questione. A Milano San Giorgio era ritenuto patrono degli allevatori di pecore e mucche da latte e dei lattai. La leggenda narra che al tempo di Luchino Visconti, duca di Milano (omonimo e avo del celebre regista), un certo Vione Squalletti capitanasse la  Compagnia di San Giorgio che con le sue scorribande terrorizzava i contadini.

Maurizio Rana, proprietario della pasticceria Ranieri a Milano, prepara l'impasto del pan de mej

Maurizio Rana, proprietario della pasticceria Ranieri a Milano, prepara l'impasto del pan de mej

Il 24 aprile 1342 Visconti si mise a capo di una squadra di soldati e affrontò i briganti che vennero debellati e uccisi. In quel giorno i cittadini di Milano si riversarono a festeggiare nelle cascine a bere latte e panna e mangiare il Pan de Mej. Questa usanza permane tutt’oggi e nel mese di aprile le pasticcerie storiche sfornano il buonissimo Pan de Mej, davvero ghiotto, mangiato con la panna montata o imbevuto nel latte fresco.

 

La pasticceria Ranieri, fondata dalla famiglia Rana nel 1967 e oggi guidata da Maurizio, figlio del fondatore e maestro pasticcere, prepara un Pan de Mej che vale il viaggio e la passeggiata di un quarto d’ora che la separa dalla stazione di Milano Centrale. A fondarla furono il padre di Maurizio e due soci, uno dei quali storico vetrinista della Rinascente dei tempi d’oro, che già negli anni ‘60 si occupava delle pubbliche relazioni della pasticceria, un precursore degli odierni uffici stampa. Il nome Ranieri è un gioco di parole perché il terzo socio era soprannominato “il principe” come il regnante di Montecarlo.

Entrare nel laboratorio di Maurizio Rana scatena i sensi a partire dall’olfatto. Poi la vista, osservando i gesti precisi e tradizionali con quali il maestro e la pasticcera Alessandra preparano l’impasto, formano i pan de Mej e li infornano. Infine il gusto, quando si assaggia il tipico dolce accompagnato, come vuole la leggenda. da panna montata

La pasticcera Alessandra, Andrea Radic e Maurizio Rana, proprietario della pasticceria Ranieri a Milano, con l'impasto del pan de mej

La pasticcera Alessandra, Andrea Radic e Maurizio Rana, con l'impasto del pan de mej

Nei giorni precedenti la Pasqua che stiamo vivendo, la pasticceria sforna anche pregiate colombe, da ricette storiche della famiglia, e ghiotte uova di cioccolata decorate con fantasia, dai fiori ai volti dei personaggi dei cartoni animati, gioia dei più piccoli.