È il momento di sfuggire al caldo delle grandi città. Per un break di grande valore naturalistico, sportivo e gastronomico, l’Alta Valtellina con il Parco Nazionale dello Stelvio, rappresenta senza dubbio un’ottima soluzione. Salire a 2877 metri, sulle montagne della Val Zebrù che deve il suo nome alla leggenda del cavaliere medievale Zebrusius, nel cuore della parte lombarda del Parco Nazionale dello Stelvio, è un’esperienza affasciante. Ma se sulla cima si trova un rifugio come il Quinto Alpini, allora la fatica della salita sarà doppiamente ripagata.
Interno della Foxy House del rifugio
Accoglienza, atmosfera, cucina di montagna di altissima qualità, piccole grandi attenzioni da parte di Elena Marino e Michele Bariselli, i giovani gestori di questo gioiello dell’ospitalità di proprietà del Cai Milano. E per trascorrere una notte unica, a poca distanza dalla struttura si trova la Foxy House una tenda in legno per due persone con caldi piumoni e lo sguardo rivolto verso le cime del gruppo Ortles Cividale. Tra queste montagne ci si sente davvero liberi di godere la natura, il cielo, le stelle e i silenzi, mai interrotti dai suoni e gli squilli del progresso lasciato a valle.
Staff del rifugio Quinto Alpini
Al Quinto Alpini è giusto salire anche per gustare una cucina di montagna dove la qualità delle materie prime si abbina alla cura e alla passione con cui vengono trattate. I formaggi a lavorazione artigianale, provengono dalla “Baita del pastore” che si trova a 2166 metri e dalla quale parte l’ultimo tratto di percorso per raggiungere il rifugio. La bresaola e la “slinzega”, un salume dal sapore intenso e deciso, ricavato dalla coscia di manzo, che si produce sin dal 1400, completano insieme ad un gustoso salamino il tagliere con cui iniziare l’esperienza della cucina di montagna.
Da provare “Polenta uova e speck” e “Polenta e funghi” ben abbinati ai vini del territorio di Cantina Plozza. I dolci sono un’altra delle ragioni per salire fin quassù, irrinunciabile, la torta al grano saraceno con marmellata di frutti di bosco.
Prodotti del rifugio Quinto Alpini
Elena e Michele sono molto attivi nella salvaguardia dell’ambiente, trovando soluzioni che permettono di ottimizzare i consumi energetici, smaltire i rifiuti esclusivamente riportandoli a valle e contribuire al mantenimento di un ecosistema prezioso e delicato. Il rifugio è da anni autosufficiente per l’elettricità elettrica prodotta da 24 pannelli fotovoltaici da 50 watt e da 30 accumulatori al gel che garantiscono elettricità a tutto il rifugio anche nelle giornate di brutto tempo e durante la notte. Anche l’acqua calda viene prodotta con il medesimo sistema senza utilizzare bombole del gas.
Andrea Radic con i gestori del rifugio Quinto Alpini
Un paesaggio montano affascinante circonda il Quinto Alpini che funge da base per numerose escursioni e arrampicate di vari livelli di difficoltà, per semplici appassionati e per esperti alpinisti. Ma ciò di cui tutti, proprio tutti, possiamo godere è il magnifico paesaggio che la Val Zebrù sa offrire e spesso è possibile avvistare diverse specie do animali tra i quali stambecchi, marmotte e, a volte, il gipeto il più grosso rapace delle Alpi, da tempo scomparso, ma presente in valle con una coppia e, dallo scorso anno, con un piccolo.
La Valle Zebrù si raggiunge in treno fino a Tirano e con il trasporto pubblico, via Bormio, fino a Santa Caterina Valfurva.
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