Il periodo della vendemmia è uno tra i più affascinanti che si possano vivere nel mondo del vino, sia per la bellezza delle viti colme di grappoli d’uva, sia per osservare il lavoro minuzioso e attento delle donne e degli uomini che si dedicano al momento più delicato nella vita di una cantina: selezionare le uve, raccoglierle molto spesso a mano e valutare i tempi precisi per portarle in cantina e iniziare la vinificazione.

Campagna del Chianti

Tra i territori vinicoli più importanti, si colloca senza dubbio la denominazione “Chianti Classico”. Qui nel cuore della campagna toscana, la vendemmia 2022 promette di essere una delle migliori degli ultimi anni. Nonostante il periodo di siccità che ha caratterizzato la bella stagione di quest’anno, le piogge di fine agosto hanno riequilibrato le condizioni e le uve ne hanno giovato molto.

Uva

Ne abbiamo parlato con Alessandro Cellai, enologo e direttore generale di Vallepicciola, azienda vitivinicola che vanta 107 ettari di vigne nel territorio di Castelnuovo Berardenga tra le dolci colline senesi. Le sue impressioni e valutazioni sulla vendemmia, sono molto positive per tutte le varietà di uva. “Vallepicciola garantisce una qualità sempre elevata grazie alla selezione delle uve effettuata esclusivamente a mano", commenta Cellai. "Il 2022 è eccezionale per il Pinot Nero, in assoluto la migliore dal mio arrivo in cantina”.

In merito alle condizioni atmosferiche che hanno caratterizzato il 2022, Cellai spiega come sono state affrontate. “Il 2022 è stato un anno complesso; la primavera e l’estate, infatti, sono state caraterizzate da una forte siccità che si temeva avrebbe impedito all’uva di raggiungere la maturità fenolica adeguata per la raccolta. Fortunatamente, però, le piogge di fine agosto hanno riequilibrato perfettamente la situazione e permesso, anche se con tempistiche differenti, la raccolta di tutte le varietà”.

Botti di vino

A differenza di Sangiovese e Cabernet Sauvignon che sono ancora in vigna, il team di Vallepicciola ha già provveduto alla totale raccolta di Syrah, Chardonnay, Merlot e Pinot Nero, ed è proprio quest’ultimo a meritare una menizone particolare: "Ritengo che dal 2019, anno del mio arrivo in cantina, questa annata sia in assoluto la migliore per il Pinot Nero", prosegue l’enologo. "Nel medesimo anno, infatti, una forte grandinata ne aveva reso impossibile la produzione mentre l’anno successivo, seppur più proficuo, presentava ancora delle difficoltà dovute principalmente alle lesioni post grandine. Il 2021 è stato fondamentale, direi l’anno della svolta: c’è stato un totale riequilibrio del vigneto che ci ha permesso di ottenere uva eccezionale".

Calici con vino

Per il Il Pinot Nero 2022, bisognerà attendere che il tempo lo consegni ai calici, nel frattempo ci si può godere una visita in cantina per vivere direttamente quanto descritto da Alessandro Cellai.