Il centro di Bagheria, distante da Palermo dieci minuti con il treno regionale, è ricco di storia e notevoli architetture ottocentesche, tanto da essere chiamata la “Città delle Ville”. In questo gioiello del golfo siciliano, lo chef Nino Ferreri ha scelto di aprire il suo ristorante in quella che era Torre Ferrante, l’antica torre di guardia a pochi metri dall’arco della Santissima Trinità. Il locale è un pezzo di storia, con le mura antiche della torre e sale eleganti ricavate negli spazi interni ben dimensionati e molto accoglienti. Da notare sull’architrave dell’ingresso alla cucina, un’antica iscrizione religiosa. Dove oggi stanno i fornelli si trovava, infatti, la Cappella della struttura, risalente al 1565.
Dopo un percorso professionale che lo ha portato in cucine di alto livello, lo chef ha sentito il desiderio non solo di aprire, finalmente, un proprio locale, ma di farlo a casa, in Sicilia, a due passi da Trabia, dove è nato nel 1989. «Nel nome che ho dato al ristorante – spiega Ferreri – ho voluto omaggiare la mia terra e la città di Bagheria, con il nome Līmū, che in arabo-persiano significa limone, un agrume che uso spesso nei miei piatti. E proprio qui siamo nella patria della varietà Verdello».
La materia prima e in particolare quella locale è la base agroalimentare su cui poggia la cucina di Nino Ferreri, composta contando su tre leve principali, tradizione, territorio e tecnica, a cui si aggiungono un innato e sviluppato talento e una creatività efficace, sempre ordinata, mai sovrabbondante. Profumi e sapori che danzano nei piatti, insieme ai colori e alle consistenze per soddisfare realmente tutti i sensi che la cucina stimola, innanzitutto perché buona, molto buona.
Legata al territorio, come nella Palamita marinata, maionese di aringa affumicata e insalata liquida di arance e finocchio, o nell’Insalatina di molluschi, patata al limone e chips croccante alle alghe. Ma lo sguardo gastronomico di Ferreri vola anche lontano e riporta belle sensazioni. Ecco dunque i Gettoni di coniglio, salsa suprema, cavolicelli e aria al melograno o la perfetta Minestra di pesci di scoglio...come una sciaria, questa nuovamente tutta siciliana.
Tra i piatti principali di mare, il Dentice al cartoccio, carciofi e salsa vongole e prezzemolo è davvero ghiotto, così come, spostandosi dalla riva, il Galletto farcito alle erbe spontanee, vegetal e jus di pollo al tartufo e foie gras. Per capire che i dessert qui sono cosa seria, c’è da provare Ricotta, pistacchio e passion fruit, affascinante.
Nella Carta dei vini un’intelligente geografia enologica, con prevalenza di vitigni autoctoni e qualche chicca vinicola, selezionati dal maître e sommelier Giandomenico Gambino, cresciuto anch’egli a Trabia. Un percorso identitario e in crescita costante quello di Ferreri, coadiuvato in cucina dal giovane e spiccato talento di Lorenzo Brancaleon.
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