Da Venezia, da Treviso o da Vicenza, salite sul treno regionale e godetevi il paesaggio della campagna veneta. Un piacevole “viaggio di scoperta” dell’Italia delle meravigliose province vi porterà in un triangolo del gusto e dei sapori tra Motta di Livenza, San Stino di Livenza e Annone Veneto. Qui vi attendono due ottime degustazioni di vini e una tavola di grande qualità in un luogo dal magico fascino.
Partiamo da Motta di Livenza dove Alberto Arrigoni e Michele Basso, hanno scelto di portare la loro esperienza di panificatori e pizzaioli e consentono di trovare una qualità di altissimo livello nel verde della campagna alla loro “Osteria della Pizza”. Il luogo è parte, insieme alla cucina, della bellissima esperienza di passare qui un paio di giorni, degustando meraviglie e dormendo nella quiete del territorio in confortevoli “camere bomboniera” con vista sui vigneti.
Ascolta l'intervista a Michele Basso
Fior di latte pugliese, scamorza, brie, gorgonzola dolce dop, pere kaiser e cipolla, sono i golosi ingredienti che troviamo sull’ottimo impasto della pizza “Cacio e Pere”. Da assaggiare la “Parmigiana” con pelati pugliesi “Bella Veduta”, melanzane fritte, pomodorini e Parmigiano Reggiano 24 mesi. Alle pizze classiche con topping straordinari, si aggiungono la categorie “Pala alla Romana”, come la “Cotto + Cren” con il prosciutto cotto che producono loro e il rafano, e la categoria “Pala Farcita” da provare la “Scozzese” con salmone affumicato, crema trevigiana, misticanza e chutney di stagione”, davvero ghiotta.
La selezione degli ingredienti è un’altra caratteristica di Arrigoni e Basso che rende l’Osteria della Pizza un indirizzo da segnare: troverete la Mortadella di Bonfatti, la carne dei fratelli Mazzaro e l’nduja di Spilinga dop.
Per completare l’esperienza enogastronomica in questo piacevolissimo fazzoletto di terra due indirizzi dove produrre il vino è sinonimo di grande passione e ricerca costante dell’alta qualità.
Ad Annone Veneto troverete un’antica villa bianca al termine del viale di ingresso alla tenuta di Casa Paladin di proprietà dell’omonima famiglia. Roberto e Carlo sono i due fratelli che guidano le cantine di proprietà e i diversi brand dell’azienda, le cui proprietà vinicole si trovano appunto in Veneto, con Casa Paladin e Bosco del Merlo, in Toscana, a Radda in Chianti con Antica Fattoria Castelvecchi, in Franciacorta con Castello Bonomi.
Minimo comun denominatore dell’attività è la ricerca delle migliori pratiche sia in campagna che in cantina, insieme ad un importante lavoro sulle viticolture in collaborazione con diverse università italiane di enologia e agronomia, un impegno per la salvaguardia dell’ecosistema attraverso la tutela dei quattro pilastri: Vite, Verde, Vino e Vita.
Un concetto concreto, da portare avanti con azioni mirate. “Siamo convinti - afferma la famiglia Paladin - che la generazione presente debba soddisfare i suoi bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri". Per farlo, Paladin ha pensato di mettere l’azienda al centro del sistema ambiente, cercando di dare un contributo positivo in diverse direzioni.
È una missione, quella della sostenibilità a 360°, che Casa Paladin ha sviluppato attraverso un vero e proprio protocollo dove sono elencati i principi base per rispettare la Vite, proteggere il Verde, produrre un Vino sostenibile, tutelare la Vita. Lodevole anche la creazione, da parte della famiglia Paladin, del progetto Life in Rosè a sostegno delle le attività di LILT (Lega Italiana Lotta Tumori) di Treviso, devolvendo parte del ricavato delle vendite di Pinot Grigio Rosé e Prosecco DOC Rosé Brut Bosco del Merlo alla campagna Nastro Rosa.
A poca distanza da Motta di Livenza il terzo appuntamento di questa passeggiata veneta è a Cessalto (Tv) dove “l’Happy Farmer”, così si definisce lui stesso, Giovanni Corvezzo produce “Il mio prosecco tutto Bio”. “È stato un viaggio in Francia, Borgogna, Bordeaux e soprattutto Provenza a convincermi di virare totalmente al biologico - racconta Giovanni - e non è stato per nulla semplice convincere la mia famiglia, per noi è stato un cambiamento totale”.
La conversione biologica riguarda tutti i 154 ettari dell’azienda con vigneti di pianura, tra la stessa Cessalto e Motta di Livenza, coltivati con rigore a partire dal nutrimento del terreno e via via in tutte le fasi della produzione del Prosecco nelle diverse tipologie.
Il biologico di Corvezzo è di Modena concezione e utilizza ciò che meglio rispetta la crescita e lo sviluppo della vite, a partire dal trattamento della terra, nei vigneti di Ramato Doc delle Venezie e Glera da prosecco doc Treviso.
“L’aspetto importante dell’agricoltura bio è il rapporto con la pianta che deve essere ben monitorata” spiega Filippo Scortegagna, l’agronomo cui la proprietà ha affidato lo sviluppo biologico.
Un progetto affrontato con entusiasmo e non pochi investimenti, ma la qualità ne guadagna. “La parte più importante del bio, infatti, è quella di difesa - concludono - qui con investimenti ingenti abbiamo lavorato rispettando le nuove e più rigide direttive euopeee”.
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