Si legge nell’archivio comunale di Montalcino (SI) a proposito di “El Petroso”: una contrada e la sua vigna di molti secoli fa. Era il 2 marzo del 1363 quando Angelo di Cenne acquistò dal cerchiaio Cecco di Nanni, detto “El Peccia” e dalla moglie Gemma per la cifra di ventidue fiorini, due appezzamenti di terra in quella contrada.
Un anno dopo, Niccolò di Muccio, detto Morezino, entrò in possesso, sempre al Petroso, di una vigna con colombaia sborsando a Nuccio di Cino 21 fiorini d’oro. E arriviamo al 1469 quando Giacomo d’Agostino era nella Piazza del Mercato di Montalcino in mezzo a una piccola folla ad aspettare con ansia il banditore per conoscere le date stabilite dai priori del Comune per l’inizio delle vedemmie.
Era preoccupato per lo stato delle uve, così quando il banditore dette fiato alla tromba e proclamò che l’uva bianca poteva esser vendemmiata a die sancti Angeli, mentre l’uva rossa a die quarta octobris, Giacomo vide il suo raccolto rovinato. Chiese pertanto di poter ovviare alla decisione e il 17 settembre i priori, riuniti in consiglio, accolsero la petizione e “concesserunt licentiam Iacobo Augustini vendemiandi quamdam eius vineam in loco silvestri dicto al Petroso”, consentendo al vignaiolo di raccogliere immediatamente le uve mature della sua vigna.
Così dice la storia e arriviamo al 1970 quando nasce quella che oggi è l’azienda agricola Pietroso, grazie alla passione di Domenico Berni che aveva deciso di intraprendere l’attività con l’obiettivo di produrre vini pregiati, quali Brunello e Rosso di Montalcino.
Oggi è il nipote Gianni Pignattai che, insieme alla sua famiglia guida l’azienda, con la consulenza enologica di Alex Dondi è quella agronomica di Federico Becarelli che curano con grande professionalità i cinque ettari vitati, totalmente dedicati al Sangiovese e situati in tre differenti zone del comune di Montalcino, dei tredici totali di proprietà.
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La cantina è a poche centinaia di metri dal centro storico di Montalcino, bellissimo borgo divenuto, nel corso del tempo, un’icona del vino mondiale.
Terreni molto vocati, un microclima favorevole, i vigneti ad un’altezza tra i 350 e 450 metri consentono una maturazione graduale delle uve. La passione della famiglia Pignattai fa il resto, grazie anche ad un costante lavoro manuale in campagna e in cantina.
Montalcino è un gioiello del territorio toscano e italiano, dove la tradizione e la storia sono parte di ciò che il paesaggio racconta, un insieme stupendo di colline e vigneti punteggiati dai boschi e di ciò che la cultura del vino consegna con le donne e gli uomini che lo producono e vi si dedicano con passione e grandissimo impegno.
Gianni Pignattai, è un esempio perfetto di tutto questo e i suoi vini ne sono certezza.
Il Brunello di Montalcino, prima vendemmia nel 1978, è la gemma della cantina.
Al naso intensità piena e profonda, di grande eleganza, armonico e di ottima struttura.
Il Rosso di Montalcino matura in botti di rovere di Slavonia per un anno. Colore rosso rubino con intense note olfattive. Un vino di buon corpo capace di reggere con notevole risultato il passare degli anni.
Da un unico vigneto, un “cru”, con viti di oltre quarant’anni posto sulla cima della collina di Montosoli, proviene “Villa Montosoli” igt, prevalenza di Sangiovese con piccole percentuali di varietà locali, tra le quali Colorino, Cioiegiolo e Canaiolo.
Pietroso è una cantina che vale la pena visitare anche per un motivo “architettonico”, la splendida sala degustazione, un locale trasparente con vista incantevole sulle colline di Montalcino che rende l’esperienza enologica davvero unica.
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