Il progetto di Leonardo Beconcini inizia nei primi anni Novanta con una prima vendemmia di Sangiovese nel 1995. Due anni dopo Eva Bellagamba, compagna di Leonardo, ne sposa anche la passione per la viticoltura lasciando i suoi impegni professionali. Leonardo è subentrato al padre Pietro e al nonno Giuseppe, che acquistò l’azienda dai suoi proprietari, i Marchesi Ridolfi, di cui era mezzadro. La riuscita dell’acquisto rappresenta una delle prime operazioni del genere avvenute in Toscana.
Siamo a San Miniato, in provincia di Pisa, un borgo dall’importante storia medioevale e di grande fascino tra colli e vigneti. Da visitare la Cattedrale, il meraviglioso Seminario Vescovile, risalente alla metà del 1600 e sito nella centralissima Piazza della Repubblica, e la Rocca di Federico II.
Si raggiunge in una quarantina di minuti da Firenze con il sistema dei treni regionali. Una meta perfetta per una giornata di enoturismo, tra vestigia storiche e ottime degustazioni. La primavera è il periodo giusto per godersi questi luoghi, in alternativa si può attendere il primo fine settimana di settembre, quando nel borgo e nelle cantine del territorio si tiene il Festival del Tempranillo, vitigno di antica origine, proveniente dalla Spagna, che ha trovato su queste colline ideale dimora.
L’azienda Pietro Beconcini conta oggi 25 ettari complessivi, di cui 14 vitati e due a olivicoltura. I vitigni coltivati sono innanzitutto il Sangiovese, tipico di queste zone e primo amore di Leonardo. Perché il secondo è appunto il Tempranillo di San Miniato, oggi, da disciplinare e catalogato come Igt toscano. Le uve, di grande versatilità, consentono di produrre sia vini piacevoli per freschezza, sia di maggior struttura, adatti a lunghi invecchiamenti. In ogni caso il Tempranillo di San Miniato è, decisamente, espressione del territorio di cui riprende la mineralità del suolo calcareo.
Tra gli altri vitigni coltivati, troviamo Malvasia Nera, Malvasia Bianca, Canaiolo, Canaiolo rosa, Colorino, Ciliegiolo, Trebbiano, Colombana.
Si segnala anche il vino Maurleo, un blend di Sangiovese e Malvasia Nera, in medesima percentuale. Prima vendemmia nel 1998, per un vino di grande equilibrio, bevibilità e freschezza.
Beconcini ha scelto di cimentarsi anche con le uve Trebbiano per realizzare un Bianco Macerato, davvero interessante per intensità e identità. Il Tempranillo trova la sua espressività con IXE, il cui nome deriva con originalità dalla pronuncia Toscana della lettera X.
Al naso appaiono subito sentori congiunti di fiori e frutta, insieme a un piacevole panorama olfattivo aromatico. Al palato è di gustosa morbidezza e lungo finale.
Tra le etichette della cantina anche uno dei più rari vini toscani: il Vin Santo Occhio di Pernice. Come sottolinea Leonardo nel descriverlo: «È fatto con la tecnica più estrema che esista e allo stesso tempo con le uve più importanti della nostra fantastica regione, il vino che tutti noi produciamo per i nostri figli, tanto è lunga la sua maturazione». Il nome deriva dal colore ambrato dell’iride della pernice.
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