Creato dalla International Pasta Organization (IPO) il “World Carbonara Day”, fissato per il 6 aprile, nasce per difendere la cultura della tradizionale ricetta della “Carbonara” uno dei simboli della cucina romana e italiana e celebre in tutto il mondo.
Una storia lunga con molteplici riferimenti storici quella della Carbonara. I primi cenni si hanno nelle raccolte di ricette fin dal 1773 quando nel volume “Il cuoco galante” di Vincenzo Corrado si parla dell’uovo come addensante per i piatti di pasta. Nel 1881 entrano ingredienti come il formaggio.
Ma giungiamo al 1949 per vedere inserire il guanciale, come cita una ricetta di Ada Boni, ma non c’era l’uovo.
Il termine Carbonara compare in una pellicola del 1951, esattamente “Cameriera bella presenza offresi…” con un cast d’eccezione, da Alberto Sordi a Vittorio De Sica, da Giulietta Masina a Delia Scala. In una delle scene, alla cameriera viene posta la domanda “Scusi un momento, senta un po’, ma lei sa fare gli spaghetti alla carbonara?”.
Mano mano con il passare degli anni si giunge alla odierna ricetta circondata da una “sacra tradizione” che prevede uovo, guanciale, pecorino, pepe, grazie al grande maestro Luigi Carnacina che la inserì nell’opera monumentale “La Grande Cucina” (ben 3715 ricette da tutta Italia ) realizzata in collaborazione con Luigi Veronelli.
Secondo una delle versioni più accreditate, l’odierna ricetta nasce durante la seconda guerra mondiale, quando un cuoco unisce la pasta ad ingredienti portati dai militari degli Stati Uniti.
Ed ecco alcuni indirizzi, a due passi dalle stazioni ferroviarie della capitale, dove gustare la “Carbonara” con la certezza di trovare la tradizionale ricetta espressa con passione e amore per la cucina. Le stazioni sono luoghi dai quali si parte e si arriva, dunque, ideali per un buon piatto di pasta prima di salire o appena scesi dal treno.
Roma Ostiense
A pochi passi troviamo “La Villetta dal 1940”. In quell’anno, la sora Ada e il marito Silvio aprirono questa osteria con cucina situata tra San Saba e Testaccio alle pendici dell’Aventino. Oggi dopo circa 80 anni, sono Claudio (l’Oste), la sorella Cristina, Orlando e Annamaria, a gestire uno dei ristoranti più rinomati della cucina tipica romana. Nel menu una bella citazione in dialetto romano annuncia il piatto protagonista del 6 aprile. “Lì mejo primi piatti romaneschi come li cucinava mi nonna la Sor Ada serviti nella vecchia cofana romana della Villetta dal 1940 all’Aventino.
Lì rigatoni a la carbonara che so’ commoventi cor doppio guancialetto d’Amatrice croccante e pecorino Romano coccia nera”.
Sempre in zona stazione Ostiense, vale al visita, Felice al Testaccio. Dal 1936 in una delle zone più “veraci e voraci” della città, questo ristorante segna la tradizione romana e la contemporaneità di una cucina attenta alla qualità delle materie prime e alle cotture. In menu i classici “Spaghetti alla Carbonara”.
Fatto interessante è che il medesimo menù tipico, è possibile gustarlo anche a Milano e Torino, dove Felice al Testaccio ha aperto i suoi locali.
Roma Tiburtina
Zona vivace, universitaria e ricca di vita gastronomica. Indirizzi giovani e moderni, capaci di non perdere un tocco tradizionale.
Toma 52 Gourmet è un locale che unisce una sapiente mixology, con cocktail di ottimo livello, ad un menu ricercato ed estroso che include anche piatti più classici e ricchi tradizione. Da provare senza indugio le “Mezze maniche alla Carbonara”. Gestito da cinque ragazzi ha quel tocco in più nella dinamicità dei proprietari.
Clientela giovane e dinamica anche alla “Taverna del Fuorisede”. Trattoria dal nome evocativo, dai modi semplici ma dal gran carattere. Cucina romana e ovviamente una Carbonara “come si deve”.
Stazione Termini
Tra la stazione ferroviaria e il palazzo del Viminale si trova “La Matriciana dal 1870”.
Aperta nello stesso anno dell’annessione di Roma al Regno d’Italia. Ospitò grandi artisti della fine del 1800 quando proprio di fronte al ristorante venne inaugurato il Teatro Costanzi, divenuto Teatro Reale dell’Opera nel 1928. Cene dopo teatro con celebrità dell’epoca erano all’ordine del giorno, a tavola i più bei nomi della lirica, come Mario Del Monaco, Maria Callas, Carla Fracci, il regista Zeffirelli, e della prosa. Insieme a profumi e sapori della tradizione romana, conserva stile ed atmosfera.
Il nome richiama un differente primo piatto, ma i “Rigatoni alla Carbonara”, sono davvero notevoli.
Atmosfera retrò, accogliente ed elegante con le boiserie alle pareti anche al ristorante “Massimo d’Azeglio”. Qui regna un senso ottocentesco che consente un tuffo nella storia. Cucina classica e ben eseguita, tra i primi “Mezze maniche alla Carbonara”.
Dall’altro lato della stazione Termini da provare alcune varianti della ricetta. Le propone il ristorante “Gallina Bianca”. Un tocco di originalità per la Carbonara Viola, con cipolle rosse caramellate o quella al tartufo nero, con scaglie aggiunte. Il locale soddisfa anche con una tradizionale Carbonara, chi deve mangiare senza glutine.
Una breve passeggiata e siamo in via Veneto dove Sabrina Corbo ha curato l’allestimento di Allegrìo. Un locale aperto a Maggio 2023 dove l’arte degli arredi si unisce a spazi luminosi, solari e piacevoli. Lo Chef Daniele Creti insieme alla sua squadra propone una cucina tradizionale e concreta. Grande selezione delle materie prime. E così nella carbonara le uova provengono da una piccola azienda biologica di Sora (Fr), il guanciale è quello dell’azienda Reggiani e il pecorino è di Cibaria. Piccolo vezzo: la Carbonara My Way che viene servita al tavolo, realizzata con uova pastorizzate, terminata alla fiamma e guarnita con oro 24k.
Stazione Trastevere
Un quartiere storico e celebre in tutto il mondo. Qui regna la tradizione de
“La Tavernaccia da Bruno” per una “gita fuori porta” tra le eccellenze agroalimentari del Lazio e la tradizione romana, fondato da Bruno Persiani e da sua moglie Giovanna Giuliacci nel 1968.
Professionalità e passione sono le linee guida di questo ristorante che soddisfa pienamente e che oggi vede una squadra composta dalle figlie di Bruno e Giovanna, Paola e Patrizia, e dal marito di quest'ultima, Giuseppe Ruzzettu. Da qualche anno si è aggiunto il figlio di Giuseppe e Patrizia, Gabriele Ruzzettu.
Una cucina che valorizza le biodiversità di ogni singola regione con abbinamenti sempre azzeccati. Carbonara davvero irrinunciabile.
Per chiudere in bellezza il capitolo Carbonara nella capitale, doverosa citazione della buonissima esecuzione di Ciro Scamardella chef del “Ristorante Pipero”, stella Michelin. Un trionfo di morbidezza, delicatezza, sostanza e qualità. Come dice Alessandro Pipero, patron del locale “La carbonara non viene sempre bene, ma sempre bona”.
Per chi desidera una stravagante variazione della tradizione, la persona giusta è Massimo Sun, fondatore di Domo Sushi a Roma e Milano. Nato nella capitale da genitori orientali, Massimo è cresciuto tra “Carbonara” e “Fried rice” e sente molto lo spirito del 6 aprile. Nei suoi menu numerosi ingredienti tipici romani come puntarelle, carciofi, guanciale, fino ad un omaggio alla Carbonara molto speciale.
Un “Hosomaki” avvolto da alga nori con topping di crema d’uovo, pecorino, pepe e guanciale croccante. “Un omaggio alla nostra città e una piccola provocazione in linea con lo stile della nostra cucina” afferma Massimo Sun.
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