Milano è divenuta una delle capitali della ristorazione a livello internazionale, le aperture di nuovi indirizzi sono frequenti, gli chef più affermati in altre regioni o nazioni scelgono la capitale della Lombardia per aprire un locale dove portare la propria cucina all’attenzione di un pubblico appassionato quanto esigente. Per queste ragioni non è mai semplice affrontare questa. Ma in alcuni casi la professionalità e la competenza, l’eleganza e la cura dei dettagli arrivano tutte insieme. Così è per il nuovo “Procaccini Milano” che porta una ventata di novità e di gusto, di stile e di piacere gourmet.

Il talento dell’executive chef Emin Haziri è chiaro fin da subito, d’altronde si è formato in alcune delle brigate più importanti d’Italia guidate da grandi nomi quali Antonino Cannavacciuolo ed Enrico Bartolini, oltre ad un periodo di profonda qualità in Francia.

Haziri, non ha ancora trent’anni e la vita non gli ha regalato nulla. Aveva solo sette anni quando fugge dalla guerra in Kosovo e riesce, tra mille difficoltà, a raggiungere l’Italia e Trieste. Finalmente può vivere e studia all’istituto alberghiero con grande volontà. La stessa che lo porta a compiere i giusti passi per diventare, oggi, uno chef dalla mano felice, padrone delle tecniche e dotato della giusta creatività.

Ma la sua cucina non si piega alla similitudine dei piatti gourmet, è invece originale, personale e molto concreta. La creatività di “Sgombro, barbabietola, yogurt, caviale e riduzione di pollo” delizioso contrasto e perfetto abbinamento, viene seguita dalla trionfale, materica bellezza della “Linguina pastificio Graziano, aragosta e salsa champagne”. Una mantecatura che esprime ogni singolo sapore e che resta iscritta come uno dei migliori primi piatti di quest’anno. Tra i secondi da non perdere “Baccalà, trippa di baccalà. Cipolla affumicata” materia prima di altissimo livello e cottura precisa e “Maialino croccante, carota, zenzero e curcuma” dove la declinazione delle spezie è ricca e bilanciata. Da segnalare anche una “carta dei crudi” scritta dalla stagionalità del mare, per gustare la purezza dei sapori. Per gli appassionati anche la “Procaccini Experience” una sorta di menu degustazione tra conchiglie, crostacei e pesci.

ristorante

A questo punto è irrinunciabile l’arrivo del “carrello dei formaggi”. Finalmente torna con orgoglio un grande classico della cucina. Ampia scelta di formaggi serviti in gustosa sequenza rispetto a intensità e affinamento. Dessert di ottimo livello come “Banana, miso e bergamotto” con il piacevole binomio dei due agrumi, l’uno giapponese e l’altro calabrese. Anche “Cioccolato, grue di cacao e nocciola” soddisfa senza incertezze.

 

La carta dei vini è un viaggio sapiente tra le migliori denominazioni italiane, diverse indovinate scelte in Francia con particolare attenzione a Champagne e Borgogna e in altri territori enologici molto interessanti.

persone

L’ambiente è molto accogliente, un’eleganza di bellissimo impatto che riesce ad essere anche informale, consentendo agli ospiti di sentirsi davvero a proprio agio.

Curato dall’architetto Alberto Baronio (Studio Archea) con l’ausilio dell’interior designer Andrea Raso, alcuni richiami ad atmosfere Anni ’70 e accenni ecclettici, contrasti tra superfici lucide ed opache ed intriganti accostamenti di colori. Bella la cucina a vista che attira lo sguardo e la chef table con bancone e sgabelli direttamente affacciata sul lavoro della brigata. Infine, un tocco di classe: il pianoforte in sala e il pianista all’opera. L’atmosfera è garantita.

 

In cucina con Emin Haziri il sous chef Giuseppe Buondonno e la pasticcera Anna Ruotolo. Il servizio di sala, professionale, attento e capace son il sorriso di coinvolgere l’ospite è curato da Edoardo, l’accoglienza è in capo a Imma Musiello.