L’estate in città è un momento particolare, temperature alte di giorno, ma anche un Ponentino rinfrescante nelle serate romane e qualche grado in meno in quelle milanesi. Bello quindi concedersi una serata piacevole con buon cibo e qualcosa da bere. Meglio ancora se qualche nuova apertura consente di scoprire nuovi sapori e tipicità italiane, regionali e straniere, all’insegna del gusto e della convivialità.
Partiamo da Milano con una novità in stile Bavarese. Il celebre marchio Lowengrube, ideato dall’imprenditore Pietro Nicastro che ha portato in Italia la cucina tipica della regione tedesca e le tradizionali selezioni di birre. I ristoranti sono arredati in tipico stile e anche il personale veste gli abiti della tradizione. Una sorta di Oktoberfest che dura tutto l’anno, grande convivialità e ottima cucina.
Il nuovo angolo di Baviera ha aperto nel cuore del Merlata Bloom Milano e si aggiunge al primo indirizzo milanese in viale Lazio.
Una serata al Lowengrube rappresenta una vera esperienza tra l’atmosfera allegra e informale, l’ottimo livello della cucina, con piatti tipici da abbinare ad una buona birra.
Dagli Spätzle, tipici gnocchi gnocchetti di pasta fresca agli spinaci o all’uovo, al tagliere Löwengrube con Speck cotto, Bavarianwurst, Leberkäse e caciotta bavarese.
Da non perdere i Würstel, tra i quali la ghiotta Salsiccia di Norimberga e la Salsiccia Contadina. Ottimo il “prosciutto della foresta” uno Speck affumicato al legno di faggio e grigliato. Tra le sette tipologie di birra alla spina, Löwenbraü, Spaten e Franziskaner, tra cui la Triumphator, una Doppel Bock, intensa e ambrata. JW te di meglio in estate di una bella birra fresca e sapori invitanti di una cucina concreta.
Dalla Baviera all’Abruzzo, dai Bratwurst agli Arrosticini. La vera cucina abruzzese ha trovato casa a Milano grazie a Domenico Citti, abruzzese di Sulmona, che porta a Milano l’amore per la propria regione declinandolo in cucina e a tavola. Sapori veri, autentici, materie prime rigorosamente abruzzesi e una mano felice e talentuosa grazie anche agli ottimi risultati ottenuti con l’omonimo locale a Bologna, aperto da dieci anni.
Il ristorante propone un’atmosfera conviviale e informale, curato ma comodo, perfetta interpretazione della filosofia abruzzese dell’ospitalità. Mobili vintage e atmosfera casalinga. I piatti sono di bella concretezza, sapori veri e genuinità delle materie prime che arrivano direttamente dai produttori abruzzesi, come i formaggi e salumi del Bio Agriturismo “Valle Scannese” di Scanno (AQ), verdure di stagione ed erbe aromatiche delle campagne, vini e liquori solo di cantine e distillerie abruzzesi.
Seduti all’interno o nei piacevoli tavoli esterni da non perdere il Timballo Abruzzese e gli Gnocchi fatti in casa “alla Scannese”. Alla base patate di Avezzano, una varietà coltivata nell'altopiano del Fucino. Davvero buonissimi gli Spaghetti alla chitarra conditi con zucchine, pecorino e zafferano. Non mancano due pilastri della tradizione: gli Arrosticini e le Pallotte cacio e ova.
Da Milano a Roma per due novità che guardano a Paesi lontani come l’Argentina e il Giappone. E nella Capitale è doveroso salire in terrazza per tramonto e serata con vista sulla Città Eterna.
Terrazza Flores by El Porteño, è il luogo ideale in cui godersi il meglio della mixology classica internazionale. Il locale è l’ultima “creatura” della Dorrego Company, la holding guidata dagli argentini Sebastian e Alejandro Bernardez e da Fabio Acampora, che dal 1995, immagina, progetta, costruisce e gestisce lounge bar e ristoranti innovativi nel segno della tradizione argentina.
Terrazza Flores è un lussuoso salotto “en plein air”, sotto le stelle e con vista privilegiata sul Centro storico di Roma. Lo spazio è curato, caratterizzato da nuance calde e naturali, tocchi “green” e un’illuminazione soffusa. L’affaccio è sui tesori di Roma: il Quirinale, l’Altare della Patria e il cupolone di San Pietro che si vede in lontananza.
La carta dei cocktail di Terrazza Flores ha un duplice intento, il primo è far rivivere la miscelazione classica con ricette storiche rivitalizzate con un tocco di modernità e una presentazione innovativa. Il secondo è proporre una nuova drink list con i più rinomati cocktail internazionali dal Paloma al Daiquiri, dal South Side al Martini. Classe e personalità. Infine ecco i cocktail Especiales, esclusiva del Flores. Da provare il Golden Bloody Mary (che rispetto alla ricetta classica prevede l’aggiunta di olio al basilico e di un Milk punch a base di brandy o bourbon e latte) e il Mate Fizz (con infuso di yerba mate).
Il menù, semplice e informale, strizza l’occhio ai piatti iconici di Buenos Aires, ma non esclude ispirazioni internazionali: si va dal tris di Asado Tacos (con marmellata di cipolla rossa, semi di senape e coriandolo; con maionese allo zenzero, buccia di lime e jalapeño; con guacamole e panna acida) alle Empanadas (tipici panzerotti argentini cotti al forno), che qui si trasformano da street food a piatto gourmet.
Sempre a Roma, dall’Argentina viaggiamo in Giappone con le proposte di “Le Koji”, nuovo ristorante in zona Cipro che punta sulla familiarità e sul “senso di casa” la propria accoglienza.
La cucina tradizionale delle famiglie del Paese del Sol Levante. La stessa con cui è cresciuto lo chef Koji Nakai che, insieme a Roberto Salvati (proprietario di Sakana Sushi), ha aperto il 29 giugno Ie Koji. Classe ’84, chef Nakai si lascia ispirare dal nonno cuoco e inizia a lavorare giovanissimo nel mercato ittico di Kobe e in alcuni ristoranti, acquisendo una grande conoscenza della materia prima.
Agli spazi di Ie Koji ha pensato Valeria Vecellio (fresca del David di Donatello per gli interni del film “Rapito” di Marco Bellocchio) che ha ricreato un ambiente caratteristico e autentico. La carta alterna carne e pesce, con ricette ancora poco conosciute e tutte da provare. Da non perdere c’è la frittata giapponese, Mentai dashimaki tamago, preparata ogni mattina in casa dello chef, con mentaiko e foglia di shiso, e la Fuwa fuwa omu rice, l’omelette tipica, particolarmente soffice, su riso con zucchine e pomodoro. Tra i cavalli di battaglia ci sono anche il ramen senza brodo, chiamato Tokyo abura soba, con uovo, spinaci e pancetta di maiale brasata, e il Mini sukiyaki, un piatto tipico di Kobe. Si tratta di uno stufato di verdure con tofu, straccetti di manzo e verdure con shirataki, spinaci e soia, servito direttamente su pentolino a tavola, mentre ancora sta cuocendo. Un’altra caratteristica, unica, del menu di Ie Koji è la grande varietà di piatti vegetariani
al grande classico degli “Spaghetti al pomodoro”
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