Una pianura a 1816 metri di altitudine, circondata dalle montagne, appartata e unica rispetto ad altre mete alpine. Siamo in Valtellina, a Livigno il cui profilo urbano tipico delle architetture di montagna si snoda con eleganza, impreziosita dallo scorrere del torrente Acqua Granda.

Paradiso degli sport invernali, Livigno sarà protagonista dei prossimi Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali di “Milano-Cortina”, che si svolgeranno nel febbraio 2026.

 

Le ragioni per raggiungere Livigno sono molteplici, dalla bellezza del paesaggio, alle attività sportive sia estive che invernali, al vantaggio di essere in territorio extradoganale e quindi molto conveniente per lo shopping.

Una delle ragioni più piacevoli per salire ai 1816 metri della cittadina valtellinese, è quella gastronomica. Talento, passione, concretezza imprenditoriale dell’ospitalità e senso profondo del rispetto per l’ambiente e la natura che ci circonda, sono le qualità che hanno unito la famiglia Rocca e lo chef tristellato Michelin Norbert Niederkofler, creatore del principio etico gastronomico “Cook The Mountain” che nell’omonimo libro accoglie anche sessanta ricette del celebre chef.

piatto

La famiglia Rocca ha, sin dal 1958 data di apertura del primo ski-lift, sviluppato il sistema di impianti di risalita che oggi è la Ski Area più estesa per sciare a Livigno, con 27 piste da sci, per un totale di oltre 30 km di divertimento, serviti da 8 impianti di risalita dotati delle più moderne tecnologie.

Un “quartier generale” da dove partono gli impianti con tutti i servizi per gli appassionati e gli sportivi, sia quando calzano sci e scarponi, sia quando inforcano le Mountain Bike. Una realtà davvero di eccellenza guidata dall’AD Marco Rocca e dai figli Ian, campione europeo di Free Style repsonsabile della parte operativa e Valentina, avvocato, impegnata nella parte finanziaria.

E dal 2021, Siria Fedrigucci, moglie di Marco, realizza il grande progetto di portare la cucina d’autore a Livigno, che trova casa proprio al Mottolino, con due diverse proposte: “Kosmo Taste the Mountain” e il ristorante fine dining “Téa del Kosmo” all’interno di una piccola e affascinante baita di montagna, Téa appunto in dialetto livignasco. Un contesto che mette in stretta connessione cucina, sala e bar per offrire un percorso coerente e di qualità sulla base di una filosofia incentrata sulla sostenibilità di montagna. Il menù è un vero e proprio viaggio, incentrato sui prodotti del territorio alpino, essenze del bosco e degli alpeggi.

 

Siria Fedrigucci, cuore e mente del progetto, lo chef Michele Talarico e la sommelier Giada Rosa si ispirano quindi alla filosofia etica di Norbert Niederkofler, chef tre Stelle Michelin e Stella verde per la sostenibilità.

ristorante

“Kosmo, è stato quasi quasi una pazzia - racconta Siria con grande passione - il progetto nasce dall’amicizia che ci lega da qualche anno con Norbert e dalla volontà di portare qui la sua filosofia di cucina. Nel nostro piccolo dove ciascuno di noi porta il suo contributo. Un anno e mezzo dopo arriva Téa, il cuore di Kosmo, con il desiderio di far vivere l’ospite in un’altra dimensione. Solo cinque tavoli per creare un ambiente armonico e sereno, provando emozioni gastronomiche con i piatti di Michele”.

Da Kosmo, invece, un tavolo centrale chiamato “della famiglia”, per includere e trovare la bellezza della convivialità. Una proposta che gli stranieri apprezzano molto”.

 

“Nel mondo esistono luoghi di che mi ispirano molto - afferma lo chef Alto Atesino Niederkofler - uno è Livigno l’altro è Aspen. Mi ricorda la mia gioventù e le gare di sci, ed è tutelato sia dal punto di vista ambientale che da quello architettonico.

Con la famiglia Rocca c’è una grande amicizia. Mi piace la loro anima, il loro entusiasmo, la loro precisione. Sono molto contento del lavoro che stiamo e stanno facendo. Michele Talarico che ha lavorato da noi, conosce bene la filosofia di “Cook the Mountain” e lo sforzo che abbiamo fatto per cinque anni solo per definire la filiera dei prodotti. Nulla di nuovo - sottolinea lo chef - semplicemente ciò che già facevano i nostri nonni e bisnonni. Oggi lo facciamo per rispetto della natura e della montagna”.

persone

Una filosofa di cucina basata sulla coerenza ambientale, sulla sostenibilità e sul “no waste” nessuno spreco. I prodotti non sono sempre disponibili e, a volte, la rigida volontà di rispetto, causa l’assenza di un piatto dal menu, perché non è disponibile la materia prima. La medesima filosofia che muove “Ateleir Moessmer” la casa di Niederkofler a Brunico (Bz) e “Horto” ristorante a Milano con la supervisione di Mauro Siega executive chef.

 

“Atelier - chiosa Niederkofler - oggi è un pensatoio, un think thank sulla nutrizione del futuro e sul fondamentale rispetto per la natura e per la montagna. Una squadra con età media di 26 anni, non so in quanti tre stelle al mondo il team è così giovane. Un valore che vogliamo trasmettere, Ateleir è un luogo dove i ragazzi possono tornare, frequentare, porre domande e avere risposte”.

Michele Talarico, un pugliese a Livigno, nell’annunciare il menù invernale aggiunge “L’idea di essenzialità, ad esempio utilizzando un solo vegetale per un singolo piatto. L’inverno che arriva ci porta a conservare gli ingredienti. Una filosofia che mi appassiona e che ho imparato lavorando con Norbert. Siamo una bella squadra, mi piace dare spazio ai miei ragazzi per renderli parte del progetto. Andiamo insieme a trovare produttori nascosti non so neanche dove, ed ogni volta è una grande emozione”. Diciannove persone lavorano nei due ristoranti, nove in cucina e dieci in sala. Tra gli altri Giada Rosa sommelier Maya, Francesca, Giulia e il maitre Imanol Cuesta Cuesta. In cucina Stefano Fratar sous chef, Mario Spaccavento e Alessandro Di Palma