Angelo Butussi con i figli Filippo, Tobia e Matia, sono una di quelle famiglie che si dedicano con passione a produrre vini di alta qualità in un territorio, quello friulano, che vanta una storia vitivinicola che affonda le sue radici in un passato antico e affascinante. Dal 181 a.c. furono i Romani a dare impulso alla viticoltura, stabilendo una delle loro prime colonie nell’agro aquileiese. Giulio Cesare fondò poi Forum Julii (l’odierna Cividale), dando la possibilità ai suoi legionari di trasformarsi in pacifici coloni e coltivare questi pendii assolati.
L’importanza della viticoltura ha continuato durante i secoli, attraversando il Medioevo, tempo in cui il vino passò dalle anfore di terracotta alle botti di legno, che ne consentivano un trasporto più agevole verso i paesi dell’Europa del Nord.
L’Abbazia di Rosazzo e i monaci benedettini ebbero un ruolo fondamentale per mantenere l’economia vitivinicola, prostrata dalle invasioni barbariche.
E arriviamo al 1910 quando Valentino Butussi fonda l’azienda. Nel 1970 nacque, tra i primissimi in Italia, il Consorzio tutela vini “Friuli Colli Orientali e Ramandolo” di cui l’azienda Butussi, fa parte fin dai primi anni. Ci troviamo a Corno di Rosazzo, sulla via Forum Julii, antica strada romana che collegava Cividale del Friuli ad Aquileia.
Un microclima con le Alpi che riparano dalle correnti fredde e il mare Adriatico che consente una ventilazione costante. Un terroir di origine eocenica, che alterna strati di marne ed arenarie e depositi calcarei. Ventisei in totale gli ettari vitati.
Quest’anno la famiglia Butussi celebra i cinquant’anni della propria etichetta, concetto che, negli anni settanta, era pura innovazione, rispetto alla commercializzazione del vino sfuso. “In quegli anni - spiega Filippo Butussi - l’etichetta rappresentava l’identità dell’azienda e il consumatore sapeva che beveva il vino di una determinata azienda e non, come avveniva, vedendolo passare dalla damigiana alla caraffa in modo anonimo. Papà è stato un innovatore anche nello stile dell’etichetta nel quale ci riconosciamo ancora oggi. La stilizzazione dello stemma di Corno di Rosazzo, il fiume Corno e Rosazzo il colle delle rose. Rosazzo vuol dire fiori “rosis” in friulano. Nello scudetto lo sfondo azzurro che rappresenta l’acqua del fiume e della campagna. La nostra è un’azienda legata al territorio, concetto, oggi, molto valorizzato”.
“Le nostre zone vinicole, i nostri vigneti hanno caratteristiche differenti e mantenere l’identità di ciascuno, consente di trasmetterla ai vini che diventano così veri testimoni del territorio. Perché è la terra che, più della tecnica enologica, caratterizza l’espressività dei vini da vitigni autoctoni, valorizzando le differenze territoriali e micro climatiche”.
Di fronte alla cantina indica la vallata della fascia collinare di Rosazzo, un imbuto da cui scendono le correnti fredde dalla pedemontana che si incanalano e creano un’escursione termica importante, a volte di oltre venti gradi.
Lo studio approfondito delle zone e della loro geologia, ha consentito ai Butussi di individuare singoli cru aziendali. Tre di essi sono in vallata, a differenza della teoria che i vini migliori si facciano in collina.
“Lavoro a tempo pieno in campagna - racconta Tobia che si occupa dei vigneti - ho cominciato a diciotto anni, salendo subito sul trattore. Negli anni abbiamo provato e sperimentato diverse gestioni. Oggi, il novantacinque per cento delle lavorazioni sono a file alterne, lasciandone una a riposo e consentendo, nel periodo estivo, di avere più riserva d’acqua e meno compattezza del terreno.
Una degustazione verticale di Ribolla Gialla, ha consentito di capire quanta struttura e quanta eleganza questo vitigno riesca a mantenere nel tempo, se lavorato accuratamente.
Si parte dall’annata 2022, fresca, tesa e brillante. Al naso un panorama olfattivo intenso di floreale. Al palato coerente e di piacevolissima freschezza. Nella 2011 prosegue questa presa di struttura. Un naso ben articolato nei profumi e nei sentori di spezie delicate. Al palato l’intensità si sposa bene con la spalla acida piena e caratteriale. La 2005 regala sensazioni di grande fascino e un sorso pienamente appagante mantenendo un perfetto equilibrio. Ancora fresco pieno e intrigante.
La 1997 ha sviluppato un sentore di dolcezze e morbidezze molto gratificanti. Il sorso è di grande eleganza, gli anni hanno creato un certo grado di acidità che non lascia però perdere alcuna sensazione di struttura. E si chiude con un raro 1974. Un esperienza da vivere. Profumi presenti e piacevoli, intensi, con dolcezze e maturazione. Al sorso è tuttora presente e vivo. Un vino che dopo cinquant’anni rende onore al territorio e alla consapevolezza vinicola della famiglia Butussi.
Da degustare anche “Genesis” un Sauvignon da singolo vigneto. Freschezza e tropico. Il Sauvignon si esprime benissimo al naso e cresce nella sensazione di identità andando indietro negli anni. Una declinazione davvero eccellente di un vitigno che regala freschezza, profumi, verticalità aromatica e pienezza gustativa.
Sempre nelle eccellenze Butussi il Cabernet Sauvignon di bella e piacevole trama, elegante e intenso. Vino di profonda identità. L’azienda Butussi dispone anche di eleganti stanze, dotate di tutti i servizi, nel contesto della Villa, con giardino e il tipico “Fogolar” un camino friulano, immutato di secoli, dove sedersi e raccontare, davanti a un calice di vino. Per raggiungere la cantina, la stazione più vicina è Manzano che si raggiunge in dieci minuti di Regionale da Udine. Udine è collegata sempre con il sistema regionale a Venezia Mestre sulle linee Alta Velocità.
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