Legambiente ha presentato oggi il Rapporto Pendolaria 2023 sullo stato di salute della mobilità su ferro in Italia. La transizione ecologica in atto, secondo l’associazione ambientalista, va accelerata per “rispettare gli obiettivi del Green Deal europeo, del taglio delle emissioni del 55% entro il 2030 e al loro azzeramento entro il 2050”.

 

Nel 2022 c’è comunque da registrare il positivo ritorno di passeggeri sui treni nazionali e regionali dopo i due anni di calo per la pandemia. Nel 2022 i passeggeri Trenitalia sono cresciuti più del 40% rispetto all’anno precedente, con punte del 110% per quelli ad Alta Velocità. 

Frecciarossa

In aumento, nel 2021, anche il numero di treni regionali in servizio, considerando tutti i gestori, rispetto al 2020. Sono stati 2.788 i treni regionali in circolazione in Italia contro i 2.666 dell’anno precedente. Un numero non uniforme in tutto il territorio italiano.

 

Molto positivo, rileva Legambiente, è risultato il rinnovo dei treni circolanti. Nel 2021 l’età media si attestava a 15,3 anni, con una decisa riduzione costante, considerando che nel 2016 l’età media era di 18,6 anni. Una sensibile riduzione che permetterà di incrementare, entro il 2026, la quota di posti/km tra l’8 e il 10%. “È importante sottolineare come l’arrivo dei nuovi treni, legati ai contratti di servizio con Trenitalia nelle Regioni, stia portando a miglioramenti anche nella qualità del servizio e nella puntualità che sono apprezzati dagli utenti”.

 

Legambiente rileva inoltre la benefica influenza del Pnrr che ha finanziato l’acquisto di 53 treni (esclusi quelli a idrogeno). “Inoltre, grazie alle risorse del Ministero per il Fondo complementare, dove 350,87 milioni sono destinati al rinnovo del parco rotabile, si può stimare che entreranno in esercizio ulteriori 70 treni”.

Blues

Pendolaria sottolinea l’importanza dell’introduzione dei nuovi treni Blues di Trenitalia in Toscana, Sicilia e Sardegna (entro fine 2023 anche in Calabria, Friuli-Venezia Giulia e Lazio), 110 convogli dotati di motore a diesel sostituibili con batterie, “una tecnologia ibrida con forte riduzione in termini di emissioni di CO2 rispetto agli attuali convogli diesel”. Treni Blues che si aggiungono ai Rock e Pop già attivi in tutta Italia. Nel 2023, inoltre, entreranno in servizio “oltre 100 treni fra Rock, Pop e Blues che si aggiungono ai circa 230 consegnati negli anni scorsi, mentre nel prossimo triennio saranno consegnati oltre 350 convogli”.

 

Il Rapporto si sofferma anche sugli interventi di elettrificazione della rete su 1.700 km di binari che porteranno la copertura complessiva dal 70 al 78%. Un dato decisamente più alto rispetto ad altri paesi europei, quali la Spagna (63%) e la Germania (60%). “RFI – si legge su Pendolaria - ha finanziato progetti di elettrificazione con previsione di attivazione per circa 1.100 km di linea entro il 2026 e per circa 340 km oltre il 2026, per un investimento complessivo che supera i 2 miliardi di euro. Nel corso dell’ultimo anno sono state elettrificate importanti tratte: Reggio-Guastalla, Reggio-Sassuolo, Biella-Santhià.)  Un ritardo infrastrutturale rispetto agli altri paesi europei si registra per le metropolitane, denuncia Legambiente evidenziando come, ad esempio, le linee metropolitane in tutta Italia (254 km) siano paragonabili a quelle di singole città europee come Madrid (291) e Parigi (225). Un ritardo che si registra, nei confronti di Francia, Germania e Regno Unito, anche nei km di tranvie e di ferrovie suburbane.

binari

Infine, il sistema Italia deve credere di più nella “cura del ferro”, investendo maggiori risorse. “I finanziamenti statali per il servizio ferroviario regionale – si legge su Pendolaria 2023 - hanno visto una diminuzione tra il 2009 ed il 2019 del 21,5%, mentre i passeggeri crescevano di oltre l’8%. In valori assoluti, per i trasporti su gomma e su ferro, si è passati da una disponibilità di risorse di circa 6,2 miliardi di euro nel 2009 a meno di 4,9 miliardi nel 2020 (quando 0,9 erano legati al disavanzo creato dal Covid-19), per risalire leggermente fino al 2023 con poco meno di 5,1 miliardi. Tra il 2009 ed il 2023 si registra ancora una differenza pari a -17,8% nei finanziamenti complessivi”. In particolare, le Regioni, a cui dal 2000 sono stati trasferiti poteri e risorse sul servizio ferroviario locale, potrebbero fare di più. “Nel 2021 gli stanziamenti sono stati, in media, pari allo 0,57% dei bilanci regionali, in miglioramento rispetto allo 0,34% registrato nel 2020, ma in diminuzione rispetto allo 0,65% del 2019”.