C’è stato in tempo in cui l’auto blu non era l’unico mezzo istituzionale per i viaggi delle alte cariche dello Stato. Nell’immediato secondo dopoguerra, infatti, le autostrade italiane non garantivano la sicurezza necessaria per i lunghi viaggi dei Presidenti della Repubblica, mentre l’aereo non era considerato ancora un’opzione adeguata. E la tradizione ferroviaria poteva vantare una possibilità ultracentenaria per questo tipo di viaggi, che era una perfetta sintesi tra comodità, istituzionalità, sicurezza e, perché no, lusso.

Correva l’anno 1854 quando una folla festante e incuriosita assisteva all’arrivo nella stazione di Genova Piazza Principe del primo Treno Reale della storia italiana. A bordo il sovrano sabaudo Vittorio Emanuele II e il primo ministro Camillo Benso di Cavour per un’occasione importante: l’inaugurazione di una delle prime linee ferroviarie italiane, la Torino-Genova.

 

Da allora l’evoluzione del Treno reale corre parallela con la storia dell’Italia stessa, tra ammodernamenti tecnologici e interventi estetici degli interni secondo il mutare del gusto dell’epoca, fino al bombardamento di Roma del 19 luglio 1943, quando la maggior parte delle vetture reali subì danneggiamenti gravi.

Il salotto della carrozza presidenziale Sz6

Il salotto della carrozza presidenziale Sz6    

Finita la guerra le Ferrovie dello Stato si adoperano subito al recupero delle carrozze ancora in grado di circolare e tra il 1947 e il 1948 le officine FS riconsegnano nove nuove vetture. Le esigenze del momento obbligano a un preciso restyling interno: viene eliminata la simbologia monarchica e fascista e viene uniformata la livrea. Ovviamente blu. Come le auto. È la nascita del Treno Presidenziale.

 

Il 4 novembre 1954 il nuovo convoglio percorre un viaggio importante: accompagna il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi a Trieste in occasione del ritorno della città all'Italia, dopo la sottoscrizione del Memorandum di Londra, tra Regno Unito, U.S.A., Repubblica Federativa Popolare di Jugoslavia e ovviamente Italia. Due anni dopo il Treno varca i confini nazionali, scortando il presidente Giovanni Gronchi a Parigi, durante la prima visita istituzionale oltralpe di un’alta carica dello Stato italiano dopo la Seconda Guerra mondiale.

1962, Papa Giovanni XXIII in partenza per Loreto

1962, Papa Giovanni XXIII in partenza per Loreto     

Non solo politici: il 4 ottobre 1962 papa Giovanni XXIII si reca a bordo del Treno Presidenziale da Roma a Loreto e Assisi, in occasione dell’imminente Concilio Vaticano II. Dopo Saragat nel luglio 1965 e Leone nel 1973, l’ultimo illustre passeggero del Treno Presidenziale è Carlo Azelio Ciampi, che il 24 gennaio 2004 raggiunge la sua città natale, Livorno, in occasione del taglio del nastro del restaurato teatro Goldoni.

 

Da allora l’Unità operativa mobile del Presidente della Repubblica perde la funzione istituzionale, acquisendone una più squisitamente culturale. Oggi la Fondazione FS Italiane conserva e valorizza a fini storico-culturali queste carrozze. Alcune di queste hanno ospitato negli ultimi anni il presidente Sergio Mattarella, in occasione dell’inaugurazione del Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa nel 2017 e delle celebrazioni dei 180 anni della Napoli-Portici nel 2019.