La ricerca dell’offerta di viaggio più conveniente oggi è la normalità. Il punto d’incontro tra la domanda del viaggiatore e l’offerta della società ferroviaria appartiene al mondo FS fin dalla preistoria della rete ferroviaria, quando il treno era da poco entrato nell’uso comune.

 

Già negli anni Trenta il Ministero delle Comunicazioni, il dicastero a cui era attribuita la gestione delle FS, formulò una vera e propria scontistica per favorire i viaggi in treno verso alcune località turistiche. I vantaggi erano dedicati ai nuclei familiari che si recavano nelle città termali o balneari, ai turisti esteri diretti verso la costa adriatica tra Fiume e Falconara, ai viaggiatori verso le località sciistiche dell’Alto Adige o del Cadore.

 

Il Dopoguerra fu invece caratterizzato dal fenomeno della migrazione interna. Ai Direttissimi fu assegnato il compito di percorrere l’intera Penisola, con una velocità elevata, poche fermate e tanta disponibilità di posto per i viaggiatori sia di prima che di seconda classe.

La fantasia dell’Amministrazione FS pensò alle denominazioni di questi servizi: l’Espresso del Levante, la Freccia del Gran Sasso, la Freccia dei due mari, il Treno del Sole, soprattutto la Freccia del Sud. Quest’ultimo Direttissimo congiungeva Milano con Palermo e Siracusa, raggiungendo poi successivamente anche Agrigento. Venne istituito con l’orario estivo del 1953, diventando subito uno dei treni delle grandi emigrazioni, con la percorrenza di oltre 1.500 Km dalla Lombardia alla Sicilia senza alcun trasbordo, percorsi in meno di 24 ore, traghettamento compreso.

 

I racconti di allora narrano di scompartimenti con aria satura di profumi alimentari regionali diversi, di dialetti eterogenei, di lamentele e litigate, ma anche di sogni e di speranze. Si creava una piccola comunità temporanea tipica dei viaggi in scompartimento, dove l’occasionale compagno di viaggio diventava l’unico interlocutore per le proprie esigenze comunicative, magari per una partita a carte, ma anche per offrire o gustare un bicchiere di “quello buono”. E il convoglio era anche uno strumento di sentimenti contrapposti: la tristezza delle partenze lasciando gli affetti verso il freddo e il lavoro, l’amore del ritorno a casa e spesso verso il mare.